L'OPERAZIONE PADOVA Si era ricostruito una vita a Santo Domingo, sia per sfuggire

L'OPERAZIONE PADOVA Si era ricostruito una vita a Santo Domingo, sia per sfuggire
L'OPERAZIONEPADOVA Si era ricostruito una vita a Santo Domingo, sia per sfuggire alla legge che, anche, alla Ndrangheta, visto che il suo nome compare tra quello delle vittime dei...

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L'OPERAZIONE
PADOVA Si era ricostruito una vita a Santo Domingo, sia per sfuggire alla legge che, anche, alla Ndrangheta, visto che il suo nome compare tra quello delle vittime dei raggiri della cosca Grande Aracri, rappresentata in Veneto dai fratelli Michele e Sergio Bolognino. Ma ora Oliviero Zilio, imprenditore edile 67enne padovano, noto ai più per essere stato vice presidente del Padova Calcio vent'anni fa, è tornato in Italia in manette. È infatti uno degli otto latitanti catturati nel paradiso caraibico dall'Interpol dopo una lunga indagine condotta dallo Scip, fuggito in Sud America nel 2009 dove ha costruito un resort di lusso.

Il padovano era stato condannato a oltre 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta e reati finanziari, su provvedimento del Tribunale di Catanzaro, in carico alla Squadra mobile di Padova, per reati commessi tra il 2009 e il 2012. L'imprenditore è stato accusato di aver distolto dalle sue società immobiliari 2 milioni e 400.000 euro. In Italia aveva edificato un polo turistico a Davoli, in provincia di Catanzaro dove sono iniziate le indagini, mentre nella Repubblica Dominicana aveva costruito un resort a circa 60 chilometri dalla capitale, dove viveva e dove è stato arrestato l'altro giorno. Divorziato dalla moglie, da cui ha avuto tre figli, viveva ai Caraibi con la nuova compagna italo-colombiana da cui ha avuto un'altra figlia. E proprio nella sua casa dominicana l'hanno tratto in arresto gli agenti dell'Interpol.
Oliviero è atterrato all'alba di ieri mattina all'aeroporto di Fiumicino con un volo dedicato esclusivamente agli otto latitanti, sette uomini e una donna, le cui storie criminali non avevano altro in comune che il buen retiro a Santo Domingo. Gli altri arrestati sono Salvatore Vittorio, 55enne napoletano condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, Luca Finocchiaro, 43enne di Latina, Luigi Capretto, 50enne napoletano, Salvatore Galluccio, 52 anni, Sergio Cerioni, 64enne marchigiano e Alessandro Levi, 63enne di Brescia. Unica donna Teresa Amante, 57 anni, che ha la pena più lunga da scontare: condannata in sette procedimenti in diversi per reati di truffa aggravata, estorsione e furto.
Il processo per la bancarotta dell'immobiliare San Michele Srl, dichiarata fallita il 10 dicembre del 2009, si è concluso con due patteggiamenti e tre assoluzioni. L'ingegnere Oliviero Zilio di 63 anni, ex vice presidente del Padova, ha patteggiato due anni e quattro mesi. L'ammontare del denaro distratto era di 2 milioni e 600 mila euro. Era accusato anche di avere danneggiato i creditori dell'immobiliare, tenendo i libri e le scritture contabili in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del giro d'affari. Zilio, dal 2009 si era trasferito a Santo Domingo per affari (e non era più tornato), è stato accusato di bancarotta per distrazione perché come presidente del comitato di amministrazione e di amministratore delegato dell'Immobiliare, dal primo luglio 2004 all'otto settembre 2006, ha eseguito prelievi dal conto corrente della San Michele Srl per un totale di circa 2 milioni e 400 mila euro. Prelievi del tutto estranei all'attività dell'immobiliare. L'ex vice presidente del Padova è stato anche accusato di bancarotta documentale perché ex legale rappresentante della Cd.Im Srl dichiarata fallita il 20 giugno del 2013. L'imprenditore era stato anche indagato e poi assolto nell'ambito di un'inchiesta coordinata dall'allora pubblico ministero catanzarese Luigi De Magistris (ora sindaco di Napoli), perché era il legale rappresentante della società Borgo Antico & Resort con la quale operava a Santo Domingo.

Il suo nome era finito a ottobre dell'anno scorso tra quelli delle vittime dei fratelli Bolognino, che a breve andranno a giudizio per associazione a delinquere di stampo mafioso. Zilio però non si è mai costituito parte civile.
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino