L'OPERAZIONE BELLUNO Era appena uscito dal carcere di Baldenich da 5 giorni e

L'OPERAZIONE BELLUNO Era appena uscito dal carcere di Baldenich da 5 giorni e
L'OPERAZIONEBELLUNO Era appena uscito dal carcere di Baldenich da 5 giorni e ha pensato bene di ricominciare a rubare, proprio vicino a casa, ovvero nei pressi della casa...

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L'OPERAZIONE
BELLUNO Era appena uscito dal carcere di Baldenich da 5 giorni e ha pensato bene di ricominciare a rubare, proprio vicino a casa, ovvero nei pressi della casa circondariale bellunese. Protagonista un 50enne tunisino richiedente asilo che è stato arrestato per furto in abitazione dagli agenti delle Volanti della Questura di Belluno il 19 maggio scorso quando, inevitabilmente, è tornato in cella. L'uomo si era introdotto in un garage della zona Baldenich, un'abitazione di via Majer a pochi passi dal carcere, e aveva rubato l'auto, che c'era all'interno caricandovi sopra anche le due bici elettriche che erano lì accanto. Ma i proprietari non hanno avuto nemmeno il tempo di andare a fare, che gli agenti delle Volanti, coordinati dal capo Federico Farris, avevano già fermato il ladro sulla Panda rubata. In manette D.A.S, 50enne tunisino richiedente asilo, proveniente dalla provincia di Padova. L'arresto è stato convalidato e il gip ha confermato la misura della custodia cautelare. Solo dopo l'udienza i poliziotti hanno reso noto quello che era accaduto, con una conferenza stampa che si è svolta ieri mattina in Questura.

UOMINI E MEZZI
«Questa attività - ha spiegato ieri il dirigente delle Volanti Farris - ci consegna già la prima risposta all'implementazione dell'organico che da poco è avvenuto all'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico. Ha portato a un rafforzamento dei sistemi dell'attività di prevenzione e controllo del territorio e anche a una massiccia azione di repressione dei reati come quella che abbiamo fatto il 19 maggio. In questa attività ha avuto un ruolo determinante il sistema di videosorveglianza cittadina e di lettura delle targhe».
LA DENUNCIA

È stato poi il vice ispettore Marco Ceolin, che coordinava la sala operativa, a raccontare quello che è accaduto quel giorno: «Alle 15.50 marito e moglie si presentano all'ufficio denunce della Questura in quanto, rientrati a casa avevano trovato il garage con l'auto prelevata e due bici elettriche asportate. Il sottufficiale subito allerta il personale della sala operativa di quanto successo. Gli operatori radio inseriscono la targa del veicolo rubato all'interno del sistema di videosorveglianza monitorandogli spostamenti della Panda. Alle 17.04 il sistema vede passare in via Vittorio Veneto l'auto con la targa segnalata con il portellone visibilmente aperto. La nota viene girata immediatamente agli equipaggi sul territorio, che finalmente (grazie ai rinforzi di uomini ndr) sono due. Hanno bloccato le vie di fuga e intercettato e fermato l'auto alla rotonda di Nogarè». Il richiedente asilo aveva numerosi precedenti specifici. Nel controllo emerge oltre alle due bici, del valore di 5mila euro l'una, anche un palmare di un corriere, rubato poco prima in zona Baldenich.
Olivia Bonetti
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Il Gazzettino