L'ITALIA È PRONTA A GIOCARE

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LA SVOLTA
ROMA Questo doveva essere il lunedì dei saluti, come tutti quelli successivi all'ultima di campionato. Che doveva finire ieri. Invece per la serie A è il lunedì della settimana che porterà (dovrebbe portare) al nuovo inizio post-Covid. Ieri la Figc ha trasmesso ai ministri Speranza (Salute) e Sport (Spadafora) il protocollo-gara (oltre a quello per gli allenamenti di squadra, che ha già avuto il lasciapassare del Comitato tecnico scientifico). Quaranta pagine in cui vengono spiegate per filo e per segno le modalità con cui si svolgerà un match. Se non ci saranno obiezioni, bisognerà solo scegliere quando ricominciare. «Le date individuate sono due, il 13 o il 20 giugno - ha detto Spadafora ieri al Tg3 - Giovedì avremo una riunione con Figc e Lega (in presenza, probabilmente a Palazzo Chigi, ndr) per decidere quando riprendere». Fosse il 13, sarebbe in deroga al Decreto che vieta fino al 14 qualsiasi manifestazione sportiva. Spadafora è tornato su un suo pallino della prima ora: poter trasmettere le partite (che si giocheranno a porte chiuse) in tv in chiaro superando l'ostacolo legge Melandri. «Vorrei adottare il modello tedesco, dove Sky trasmette Diretta gol in chiaro. Sono disponibile come ministro e come governo a mettere nello stesso provvedimento che firmeremo per la riapertura del campionato le norme che serviranno per avere anche in Italia la diretta gol visibile in luoghi pubblici e bar». Spadafora ha concluso il suo intervento televisivo con un annuncio sul calcio femminile: «Sto lavorando alla legge di riforma dello sport che dovrebbe essere pronta prima dell'estate e che prevederà anche l'introduzione del professionismo per le donne». Da ieri, dunque, il governo ha in mano il protocollo con il quale la Figc intende riprendere i campionati. Norme (anticipate da Il Messaggero) che regolano le 10 ore di durata dei match day.

PARTITE STERILIZZATE
Dall'arrivo allo stadio (un'ora e trequarti prima del calcio d'inizio gli arbitri; 1 ora e 40 prima il Gruppo Squadra ospite, che per la serie A può essere formato al massimo da 60 persone; 1 ore e mezza prima i padroni di casa); al numero massimo degli ammessi allo stadio (che, per la serie A sono 300). Stadi divisi in 3 zone (la 1 che comprende il terreno di gioco, gli spogliatoi e l'area media a bordocampo; la 2 (tribune e tribuna stampa); la 3 (area di arrivo squadre, parcheggi e regie televisive). Quel che interessa la partita vera e propria è identico a quanto si sta vedendo per la Bundesliga già tornata in campo. Quindi ingressi sfalsati di un minuto delle formazioni sul terreno di gioco (prima gli ospiti) senza mascotte, cerimonie, foto di squadra o strette di mano. Panchine con un posto vuoto tra i sedili e, se lo spazio non è sufficiente l'aggiunta di panchine aggiuntive o l'uso delle tribune adiacenti (se c'è l'ingresso diretto in campo). In campo, vietati gli abbracci e avvicinarsi a meno di 1,5 metri per dialogare con gli arbitri (è stato tolto il verbo protestare).
NODO POSITIVI

Insomma un calcio sterilizzato e silenzioso per poter ricominciare anche in Italia. Il nodo cruciale resta quello della quarantena di 14 giorni, obbligatoria per tutti i componenti di una squadra in caso di anche solo una nuova positività. Il protocollo introduce test sierologici rapidi e la possibilità, se nelle prossime settimane la curva dei contagi lo permetterà, di rivedere la legge. E' l'unico modo, oltre a tenere incrociate le dita, per essere ragionevolmente certi di poter finire dopo aver ricominciato. Senza ricorrere al Piano B (play off e play out) o al Piano C (cristallizzazione delle classifiche scegliendo un merito sportivo).
Romolo Buffoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino