Il documentario "L'isola che c'era" del regista rodigino Alberto Gambato, sarà presentato in tre festival internazionali. Il traguardo arriva dopo la menzione speciale...
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Dal 6 al 10 maggio "L'isola che c'era" sarà poi in concorso al 33. Valdarno Cinema Fedic, tra i quindici festival cinematografici più importanti e longevi sul territorio nazionale, con altri 22 tra corti e lungometraggi di finzione e documentari. In palio i premi Marzocco da 1.000 euro, speciale della giuria Fabbri al miglior corto, Becattini per un documentario di particolare rilevanza espressiva, giuria giovani. Infine dal 15 al 26 giugno il lavoro di Alberto Gambato sarà al Sisak Eco Film Festival, evento internazionale croato della regione Lika giunto all'ottava edizione, dedicato a film sulla tutela dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile.
L'isola che c'era è nato da un'idea del presidente del circolo del cinema di Adria, Vittorio Sega e ricostruisce a distanza di 60 anni la genesi di Scano Boa, film fondante per il cinema polesano, tra i più significativi esempi nella storia del cinema del reale italiano di stampo neorealista e primissimo esperimento dietro la macchina da presa del regista rodigino Renato Dall'Ara. Un cortometraggio di 10 minuti datato 1954 ed ambientato a Scano Boa, ultima lingua di sabbia e macchia mediterranea in forma di isola lunga circa cinque chilometri a separare il delta del Po dall'Adriatico. Il racconto si basa su di un fatto di cronaca accaduto pochi mesi prima proprio a Scano Boa: in barca, durante un funerale di pescatori, venne data alla luce una bambina. 60 anni dopo, nel 2014, Lamberto Morelli è l'unico sopravvissuto di quella troupe a poter raccontare quei giorni.
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Il Gazzettino