L'inversione di tendenza nel 2015

L'inversione di tendenza nel 2015
IL RITO BELLUNO Sono ormai sei anni che nel territorio bellunese i...

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IL RITO

BELLUNO Sono ormai sei anni che nel territorio bellunese i matrimoni civili sono più di quelli canonici. Dopo un primo allungo risalente al 2012 quando le nozze benedette da un sacerdote furono 281 a fronte delle 311 unioni civili, il sorpasso definitivo di queste ultime è datato 2015. Una tendenza inimmaginabile quarant'anni fa. Nel 1982, infatti, i dati Istat che avevano fotografato l'Italia, il Veneto e la provincia di Belluno, per quest'ultima ben 982 matrimoni celebrati in chiesa, contro le 154 unioni civili, con queste ultime quasi quasi un settimo di quelle religiose. Per uno sguardo un po' più lungo, ecco i dati Istat per Belluno per quanto riguarda gli ultimi 10 anni. Nel 2011 in provincia le unioni in matrimonio erano state 598: 310 quelle canoniche, 288 quelle civili: l'anno successivo, si diceva è quello del primo sorpasso: su 592 matrimoni le anagrafi parrocchiali ne avevano registrate 281, 311 quelle comunali. Nel 2013 la somma delle 250 unioni religiose e delle 268 civili permise di arrivare a quota 518. Nove in più rispetto al 2014 (507) con i due riti quasi alla pari: 255 (ultimo anno che vede in testa i matrimoni in chiesa) contro 252. Il 2015 segna la svolta definitiva: solo 220 coppie si sono unite con rito religioso, 289 in Comune: totale 509; ed il 2016 ne registra rispettivamente 212 e 295: totale 507. Infine gli ultimi quattro anni con i dati sui matrimoni religiosi forniti dall'Ufficio stampa della diocesi. Nel 2017 erano state 184 le nozze in chiesa, 312 quelle in Comune con un saldo positivo di 128 unità per queste ultime: nel 2018 la forbice si era già allargata: 193 a 354 con una differenza di 161; distacco (138) recuperato un po' nel 2019: 170 in chiesa e 308 in Comune. Fin qui i dati sicuri. Poi, per il 2020, il numero certo delle nozze canoniche (61) è circa un terzo dell'ipotetico 120-160 delle unioni civili. A commento di questi numeri da ambienti diocesani arriva una osservazione: «Non è possibile paragonare cose fra loro non paragonabili, perché una persona può contrarre più volte un'unione civile; possibilità non concessa per il matrimonio religioso», a meno di annullamento. (G.S.)

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Il Gazzettino