L'INTERVISTA Presente nella sede dell'Udinese, abbiamo ascoltato le parole di

L'INTERVISTA Presente nella sede dell'Udinese, abbiamo ascoltato le parole di
L'INTERVISTAPresente nella sede dell'Udinese, abbiamo ascoltato le parole di Marcio Amoroso, che da agosto tornerà in Friuli in pianta stabile per stare al fianco del figlio...

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L'INTERVISTA
Presente nella sede dell'Udinese, abbiamo ascoltato le parole di Marcio Amoroso, che da agosto tornerà in Friuli in pianta stabile per stare al fianco del figlio Matteo, che sarà aggregato alle giovanili bianconere: «È un piacere sapere che la società tiene a mio figlio, un ragazzo giovane con qualità e voglia di imparare. Sono felice che possa fare esperienza qui dove ho passato tre anni bellissimi, anche perché Udine è uno dei posti migliori per far crescere le qualità nell'intero panorama italiano. Sono sicuro che alla lunga verranno fuori le sue qualità».

- Dopo Giovanni, Matteo, chi è più bravo? «Sono giocatori diversi. Matteo ha caratteristiche importanti di portare palla e finalizzazione. Giovanni tecnicamente forse è più bravo, ma gli mancava un po' di voglia di investire in questo mestiere, che non è facile ma che diventa più difficile quando sulle spalle hai il cognome Amoroso. Matteo ha tanto spirito di sacrificio, si adatta a tanti ruoli e gli auguro di fare meglio di me».
- Udinese finalmente salva. «I ragazzi sono stati bravi ad affrontare questo momento difficile e hanno portato a casa una salvezza importante per una squadra che mantiene viva la sua storia di tanti anni in serie A; con uno stadio così bello non può permettersi di andare in serie B. Mi auguro che il prossimo anno l'Udinese possa giocare meglio, ma sono sicuro che la società farà di tutto per crescere ancora e uscire da questo incubo».
- Tudor merita la riconferma? «Ho sempre stima per i nuovi allenatori che hanno avuto l'opportunità di giocare alla grande in squadre importanti. Contro Tudor ho giocato quando era alla Juve ed è sempre stato un giocatore onesto che aveva tanta voglia di migliorare. Magari giocava duro, ma sempre con correttezza e mai con intenzione di farti male. La sua mentalità con la sua esperienza è stata secondo me tanto utile per la salvezza dell'Udinese».
- Che impressione ti ha fatto De Paul? «Rodrigo è un centrocampista interessante perché è veloce con la palla al piede. Ha sostenuto il peso della numero 10 che era stata per anni sulle spalle di Totò Di Natale e non era facile raccogliere un'eredità così. Ha avuto all'inizio qualche difficoltà di inserimento nel calcio italiano, ma è riuscito bene ad ambientarsi e crescere. Spero che possa rimanere anche un altro anno qui per crescere ancora, anche se so che non è semplice visto che l'interesse delle grandi piazze già c'è».
- Come giudichi l'impatto di Okaka? «A me è sempre piaciuto giocare con un attaccante che facesse da punto di riferimento e mi permettesse di svariare intorno a lui, approfittando degli spazi che si creano. Anche Lasagna ha beneficiato della presenza di Okaka; loro due se venissero confermati un altro anno potrebbero fare davvero grandissime cose. Ormai anche in serie A sta diventando necessario avere in rosa un attaccante con forza fisica e bravo di testa. L'Udinese ne ha avuti alcuni, come il Pampa o Bierhoff e hanno sempre fatto bene».
- Chi rischia di più all'ultima giornata nella lotta salvezza? «Non si può mai scherzare quando si è a rischio. Fa strano vedere la Fiorentina a rischio, così come il Genoa. È una testimonianza di come sia diventato difficile fare calcio a questo livello. Alla fine credo che chi rischia di più in questo finale di campionato sia l'Empoli, che avrà molte difficoltà in casa di un'Inter affamata di punti per qualificarsi alla prossima Champions' League».

Stefano Giovampietro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino