L'INTERVISTA BELLUNO «Sì» ai referendum autonomisti. Per «mettere

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L'INTERVISTA

BELLUNO «Sì» ai referendum autonomisti. Per «mettere benzina nel motore del Veneto e del Bellunese». Ma anche per dare strumenti di governo adeguati al territorio, in modo da «ancorare gli amministratori locali alle loro responsabilità». Parte dal referendum veneto e bellunese, arriva ai problemi del Comune di Belluno. E anche al Nevegal, dove «il sindaco ha fatto la scelta di aiutare un'azienda privata, senza un confronto. Non si capisce cosa abbia promesso all'Alpe e quale sia la strategia di rilancio del Colle. Al momento, pare di capire che si continua a navigare a vista, senza progetti precisi come potrebbe essere quello di un laghetto artificiale». Insomma, dalle urne al Nevegal: una salita tutt'altro che ardita quella dell'avvocato Luca Dalle Mule. Perché il suo discorso fissa due punti chiave: risorse e scelte. Con le seconde che sono sempre (o quasi) dipendenti dalle prime. Il presidente del circolo Energie per Belluno (gruppo locale del movimento Energie per l'Italia di Stefano Parisi), e del Patto Belluno Dolomiti parte dall'adesione convinta per il «sì» al doppio referendum del 22 ottobre. Per quale motivo, avvocato Dalle Mule? «Perché è un'occasione irripetibile per Belluno e per tutti i bellunesi. Come è un'occasione per i veneti». Un'occasione di risorse... «Proprio così. Oggi il problema non è tanto di devoluzione delle competenze, ma di soldi. Lo vediamo con la Provincia di Belluno, a cui vengono passate nuove funzioni, ma senza le risorse per mandarle avanti. Senza contare che lo Stato continua a tagliare i trasferimenti. Significa che ci troviamo ad avere una bicicletta, ma senza la catena, con lo Stato che ci dice di pedalare». E il referendum proposto dalla Provincia di Belluno? «Anche Belluno ha un'occasione unica per lanciare un segnale. Altrimenti, vediamo che i cittadini bellunesi non vedono l'ora di andarsene, perché Provincia e Comuni non hanno neanche i soldi per coprire le buche sulle strade. Bisognerebbe che le risorse venissero erogate in misura uguale a tutti. In questo modo si potrebbe misurare la responsabilità degli amministratori locali». Risorse, responsabilità degli amministratori locali... Caliamo il discorso dalla teoria alla pratica. «Belluno. Il Comune». Quindi? «La vicenda emblematica è quella del Nevegal». Si riferisce al salvataggio della stagione invernale operato dall'amministrazione Massaro? «Esatto. Scelta legittima quella di dare soldi ad una società privata. Ma non si è capito in che modo verrà concretizzata l'operazione. Da cittadino, guardo sconcertato a tutta la vicenda. Gli imprenditori dell'Alpe hanno fatto un discorso non accettabile, minacciando di chiudere. L'amministrazione, che avrebbe dovuto farsi carico del problema molto prima, alla fine è andata incontro all'Alpe. Ma cosa farà? Manutenzioni sulle piste? Allora potrebbe farle a casa di qualunque privato. Apprezzabile che il sindaco faccia una scelta per evitare la chiusura del Colle. Forse però sarebbe stato meglio aprire un dibattito pubblico». Qual è la soluzione per il Nevegal? «Il problema è l'innevamento artificiale. Per risolverlo, almeno in parte, basterebbe ascoltare la proposta che aveva lanciato Celeste Balcon: vale a dire recuperare l'acqua del vecchio acquedotto di Faverga e Madeago che oggi corre per i prati e pomparla in Nevegal. Si risparmierebbe un po' di strada, rispetto a pomparla dal Piave».

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Il Gazzettino