L'INTERROGATORIO VENEZIA È il 23 luglio 2019 e ad ascoltare l'ex candidato

L'INTERROGATORIO VENEZIA È il 23 luglio 2019 e ad ascoltare l'ex candidato
L'INTERROGATORIOVENEZIA È il 23 luglio 2019 e ad ascoltare l'ex candidato sindaco di Mira nel 2012, l'imprenditore Mario Borella di Dolo, ci sono i militari della Guardia di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'INTERROGATORIO
VENEZIA È il 23 luglio 2019 e ad ascoltare l'ex candidato sindaco di Mira nel 2012, l'imprenditore Mario Borella di Dolo, ci sono i militari della Guardia di finanza della compagnia di Mirano. La descrizione che fa di quell'interrogatorio il gip di Venezia Gilberto Stigliano Messuti, nell'ordinanza con cui apre le porte del carcere ad Antonio Genesio Mangone - arrestato ieri con l'accusa di estorsione aggravata dai mezzi mafiosi - tradisce la paura che stringe l'animo di Borella. Fin quando gli argini vengono rotti. «Va bene, lo dico chiaramente: io paura ne avevo non poca ma tanta...sono stato obbligato ad andare, perché avevo paura che succedesse qualcosa di più brutto...se non lo firmavo le cose si mettevano male».

LA COMPRAVENDITA
Quando Borella parla e ammette le spire che ne stringevano il cuore, i finanzieri e la procura sapevano già a cosa si stava riferendo. Era stato lo stesso ex candidato sindaco in quota Lega a raccontare di essersi messo nelle mani di Mangone e di aver subito da lui un'estorsione cedendogli un immobile a Sambruson di Dolo senza ottenerne in cambio il pagamento. Singolare il giorno in cui Borella informa la Finanza: il 12 marzo scorso, negli stessi istanti in cui la procura Distrettuale Antimafia di Venezia sta portando a termine il blitz dell'inchiesta Camaleonte sulle infiltrazioni nel Veneziano e nel Padovano della ndrangheta e della cosca Grande Aracri facente capo alla famiglia Bolognino. Come siano andate le cose, lo ricostruisce l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Messuti.
IL NEGOZIO
Quel giorno di metà marzo, scrive il gip, Borella si presenta alla Finanza di Mirano e racconta che la sua società Golden Costruzioni Snc aveva ceduto un negozio in via Argine Sinistro 117 a Sambruson alla Bologna Grup Srls («di fatto gestita da Manogone», così nell'ordinanza) per il prezzo di 75 mila euro senza ricevere in cambio il denaro.
LA QUIETANZA
E firmando, anzi, il 16 febbraio 2018 di fronte al notaio Gianluigi Maculan di Saonara (indagato) «un atto di quietanza dichiarando di aver ricevuto dalla società Bologna Group Srls l'integrale pagamento» del prezzo stipulato in un preliminare del 25 maggio 2015 «mediante corresponsione di un assegno bancario» da 75mila euro «rinunciando sia al diritto di iscrivere ipoteca legale, sia ad ogni altra azione legale, asserendo di non avere più nulla a pretendere» dalla Bologna Group Srls, la società riconducibile a Mangone.
L'ASSEGNO E LE URLA

Peccato che l'assegno, pur portato di fronte al notaio e sventolato sotto il naso dell'imprenditore, non sia mai stato versato nelle casse di Borella. Che alla Finanza «riferiva di non aver sottoscritto liberamente la quietanza» ma di essere stato costretto «dal comportamento intimidatorio» di Mangone. Quella quietanza, sottolinea l'ordinanza, «ne ha pregiudicato il credito».
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino