L'INIZIATIVA PORDENONE Arriveranno anche a Pordenone, con tutta probabilità

L'INIZIATIVA PORDENONE Arriveranno anche a Pordenone, con tutta probabilità
L'INIZIATIVAPORDENONE Arriveranno anche a Pordenone, con tutta probabilità nel prossimo mese di gennaio, le cosiddette pietre d'inciampo, iniziativa dell'artista tedesco Gunter...

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L'INIZIATIVA
PORDENONE Arriveranno anche a Pordenone, con tutta probabilità nel prossimo mese di gennaio, le cosiddette pietre d'inciampo, iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig, per creare nelle città europee una memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio. A sviluppare il progetto sono alcune classi del Liceo Leopardi-Majorana e ad annunciarlo, in occasione del suo intervento alla cerimonia della Festa della liberazione, è stata la dirigente scolastica Teresa Tassan Viol. «L'iniziativa delle pietre d'inciampo - ha spiegato - è conosciuta in tutta Europa e ne sono state collocate già 70mila. Al progetto sta lavorando un gruppo di classi, con una ricerca attiva e documentata, e abbiamo già inviato la richiesta per poter effettuare la posa nel gennaio 2020. Le pietre d'inciampo - ha continuato la dirigente, dopo aver citato alcune delle figure alle quali saranno dedicate - rappresentano un indizio semplice per identificare le vittime e la loro sorte, per riconoscere i fatti e tenerli saldamente al riparo da ogni pregiudizio. Il 25 aprile segnò la fine di una guerra lunga e terribile, con i vagoni piombati che attraversavano l'Europa, i campi di concentramento e le stragi di civili. Lontano da ogni retorica abbiamo il dovere, anche oggi, di riconoscerci tutti, uomini e donne liberi e capaci di misurarci anche aspramente, ma di rispettarci. Sento, forte, la responsabilità di una testimonianza e di un dovere che deve riguardare tutte le persone che si trovano a svolgere ruoli pubblici: la democrazia non è qualcosa di scontato, ma da costruire. Il 25 aprile deve essere celebrato per ricordare che ciò che ha ispirato la lotta di liberazione dà ancora senso al nostro essere cittadini oggi: c'è una responsabilità, che è individuale, ma anche collettiva, di mantenere vivo quell'impercettibile filo fra chi non ha esitato a sacrificare la vita per la libertà e chi oggi ha il dovere di difendere quella libertà».

L.Z.
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Il Gazzettino