L'INDAGINE TREVISO Il rito d'iniziazione più diffuso prevede che il neo

L'INDAGINE TREVISO Il rito d'iniziazione più diffuso prevede che il neo
L'INDAGINETREVISO Il rito d'iniziazione più diffuso prevede che il neo affiliato si sottoponga alle frustate del boss. Un rito ben diverso dal giuramento di sangue di...

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L'INDAGINE
TREVISO Il rito d'iniziazione più diffuso prevede che il neo affiliato si sottoponga alle frustate del boss. Un rito ben diverso dal giuramento di sangue di organizzazioni come Cosa Nostra o la Camorra, ma che fa capire quanto sia alto il tasso di violenza e determinazione della mala nigeriana, considerata ormai la quinta mafia operante in Italia. La caccia a due suoi padrini, partita dalla Sardegna, ha portato gli investigatori anche in Veneto: all'alba di ieri è stato arrestato a Cadoneghe, nel Padovano, il Grand Ibaka Iyamu Fred, 32enne nigeriano, mentre l'altro boss, un connazionale 40enne residente a Treviso, il World Ibaka, risulta tuttora irreperibile e per questo ricercato. È fuggito dalla Marca prima dell'arrivo della polizia. Sono entrambi considerati figure apicali della frangia italiana della cosca Supreme Eiye Confraternity, denominata Vatican Aviary, finanziata dal Cagliaritano grazie al traffico di droga.

LA CELLULA SARDA
La mala nigeriana (il gruppo più noto si chiama Black Axe), è quella considerata importatrice della micidiale eroina gialla costata la vita a quasi 20 persone nell'ultimo anno. Nelle scorse ore la squadra mobile di Cagliari nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Dda ha arrestato 20 persone (27 le ordinanze di custodia cautelare, 40 gli indagati): farebbero parte di un'organizzazione di stampo mafioso dedita al traffico di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione. La droga (7,5 i chili sequestrati tra eroina e cocaina), veniva importata tramite gli ovulatori dal Sud Africa, dal Mozambico e dall'Olanda. I traffici venivano poi predisposti e organizzati in veri e propri meeting, che avvenivano in un capannone a Selargius, in provincia di Cagliari. Lo chiamavano Bush Bar e, agli incontri, i boss si presentavano con baschi azzurri e sciarpe gialle o rosse, a seconda del grado e dell'incarico di potere rivestito, come segno distintivi. Grazie a questi incontri gli investigatori hanno potuto ricostruire l'intero organigramma dell'organizzazione criminale, distinguendo ruoli e incarichi di ciascun affiliato. C'era un capo, il Flying Ibaka, un gruppo direttivo e un comitato esecutivo (exco). A quest'ultimo il compito di coordinare i singoli soldati, chiamati Birds o Airlords. Le ramificazioni della piovra nigeriana raggiungevano così anche la Campania e il Sud Italia ma pure il Piemonte, la Lombardia e il Veneto.
LA TRATTA
Tra i filoni investigativi sono stati acquisiti elementi di reato contro alcune donne, le mamam, ritenute responsabili della tratta di alcune connazionali reclutate nel paese d'origine con l'inganno e la falsa promessa di un lavoro ma poi ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. «Venivano seguite pratiche violente secondo principi cultistici - ha spiegato la polizia - proprio per accrescere il numero degli adepti e il potere dell'organizzazione di fronte alla collettività nigeriana e agli altri gruppi antagonisti».

Alberto Beltrame
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino