L'INCHIESTAROVIGO Sulle banconote di grosso taglio è facile stare attenti per evitare di incappare in un falso, ma chi guarda alle monetine? Eppure la banda di falsari che è...
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ROVIGO Sulle banconote di grosso taglio è facile stare attenti per evitare di incappare in un falso, ma chi guarda alle monetine? Eppure la banda di falsari che è stata sgominata ieri, della quale faceva parte anche un rodigino, si era specializzata nella produzione di 50 centesimi, con una vera e propria zecca clandestina in un capannone in disuso nella zone industriale di Villanterio, in provincia di Pavia. La presenza di alcuni soggetti, tutti con precedenti penali per la produzione e commercializzazione di monete contraffatte, tutti con precedenti di mestiere nell'ambito della metallurgia o della meccanica, aveva insospettito i militari che dopo una rapida attività d'indagine, ieri sono passati all'azione trovando tre persone all'opera, il 55enne rodigino G.M., residente in provincia di Torino, insieme a un 71enne di Reggio Calabria residente sempre a Torino, N.D., e a un 54enne di Como, residente in provincia di Bergamo, con un un sistema industriale di presse meccaniche e di stampi realizzati artigianalmente, con sistema elettrolitico, vero cuore di tutta l'attività. In quel momento avevano realizzato 250 monete, ritenute dai carabinieri un campionamento per testare la qualità del prodotto e la capacità produttiva: l'attività della zecca clandestina sembrava essere stata appena avviata, con al massimo qualche migliaio di monete prodotte e poi vendute a circa metà del valore nominale. I macchinario utilizzato dai falsari, a pieno regime, avrebbe consentito di coniare circa duemila monete al giorno.
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Il Gazzettino