L'INCHIESTA ROMA Si abbatte sulla Costa Smeralda l'inchiesta della procura di

L'INCHIESTA ROMA Si abbatte sulla Costa Smeralda l'inchiesta della procura di
L'INCHIESTAROMA Si abbatte sulla Costa Smeralda l'inchiesta della procura di Tempio Pausania sui contagi di Covid-19, della scorsa estate, nelle più prestigiose discoteche della...

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L'INCHIESTA
ROMA Si abbatte sulla Costa Smeralda l'inchiesta della procura di Tempio Pausania sui contagi di Covid-19, della scorsa estate, nelle più prestigiose discoteche della Sardegna. Tre locali finiscono nel mirino dei pm: il Billionaire e il Phi Beach a Porto Cervo e il Country Club a Porto Rotondo. L'avviso di garanzia, si tratta della chiusura dell'indagine, agli amministratori dei club è stato notificato ieri. In tutto risultano iscritte 3 persone più le tre società titolari dei locali. L'allora direttore della discoteca di proprietà di Flavio Briatore è accusato di epidemia colposa. È lui che sconta l'imputazione più pesante. I suoi omologhi di Phi Beach e Country Club sono indagati per lesioni colpose. Stesso reato contestato alle società Billionaire srl, Medex srl (che detiene il Phi Beach) e Eurfun srl (Country Club) per responsabilità amministrativa.

L'INDAGINE
È un'inchiesta che è durata quasi un anno. E arriva alla sua conclusione alle porte della nuova stagione estiva destabilizzando, così, l'intero settore turistico sardo. I contagi che investirono il Billionaire, lo scorso agosto, sarebbero da imputare al suo direttore. Almeno è questa la tesi dei pm. Il virus si sarebbe diffuso, spiegano i magistrati in un dettagliato capo d'imputazione, perché venivano messi a disposizione dei lavoratori alloggi con stanze letto e servizi igienici in comune, anche tra dipendenti che avevano contratto il Covid. E ancora, non sarebbero state segnalate all'Asl le positività di alcuni camerieri e baristi. Inoltre, quando una dipendente è risultata positiva, non si sarebbe proceduto ad un'immediata sanificazione del locale. C'è poi il capitolo mascherine: non ci sarebbe stata una consegna rapida e in numero sufficiente. Alle ragazze immagine, sostengono gli inquirenti, sarebbe stata data la direttiva di non indossare le chirurgiche. C'è poi il caso tazzine di caffè. Il direttore del locale non ne avrebbe comprato in numero sufficiente e questo avrebbe spinto i dipendenti a pulirle, accusano gli inquirenti, solo con l'acqua per fare più in fretta. Infine, sempre l'allora direttore del Billionaire, non avrebbe controllato con la dovuta severità i lavoratori che, di nascosto, andavano a fumare nella cambusa. Tutto ciò avrebbe contribuito alla propagazione del virus tra le mura del Billionaire, diffondendosi tra i lavoratori. Quattordici tra baristi e camerieri avrebbero in questo modo contratto il covid dovendo rimanere isolati per più di 40 giorni.
PHI BEACH E COUNTRY CLUB

Per quanto concerne Phi Beach e Country Club, i rispettivi amministratori, non avrebbero formato a sufficienza i loro dipendenti «sul rischio biologico» del Covid-19. Sempre per i pm non avrebbero esercitato un adeguato controllo sull'utilizzo delle mascherine.
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Il Gazzettino