L'INCHIESTA PORDENONE Un'azienda friulana, che opera alle porte di Pordenone

L'INCHIESTA PORDENONE Un'azienda friulana, che opera alle porte di Pordenone
L'INCHIESTAPORDENONE Un'azienda friulana, che opera alle porte di Pordenone nel settore delle apparecchiature elettromedicali, è stata perquisita nell'ambito della mega inchiesta...

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L'INCHIESTA
PORDENONE Un'azienda friulana, che opera alle porte di Pordenone nel settore delle apparecchiature elettromedicali, è stata perquisita nell'ambito della mega inchiesta della Direzione distrettuale di Trento su un giro di tangenti nella sanità. Le indagini dei carabinieri del Noe e della Squadra Mobile di Trento hanno portato a sette ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e a due misure di divieto di contrarre affari con la pubblica amministrazione per le società Tecno Service di Roma e Heka di Trapani. Uno degli arrestato è stato fermato con in tasca 20.000 euro: per gli inquirenti sarebbe una parte della tangente che l'imprenditore trentino doveva portare da Roma al responsabile tecnico dell'Ospedale di Merano. L'organizzazione operava ai danni della dell'Azienda sanitaria dell'Alto Adige. Attraverso società intestate a prestanome e per mezzo di imprenditori specializzati nella commercializzazione di materiale elettromedicale pilotava forniture di ricambi elettromedicali e altri materiali con la connivenza di alcuni dipendenti dell'Azienda sanitaria altoatesina.

Nell'azienda friulana ieri è stata eseguita una perquisizione finalizzata al recupero di un'apparecchiatura che uno degli imprenditori sottoposti a misura cautelare aveva lasciato in riparazione. Si tratta di una poltrona da sala operatoria dotata di lampade scialitiche. Era già stata smontata in una decina di pezzi e i tecnici friulani stavano valutando se procedere con la manutenzione. Il macchinario è stato sequestrato e lasciato in custodia al responsabile della ditta. In Friuli non ci sono indagati. L'ordinanza cautelare è stata eseguita in Trentino Alto Adige, Lazio, Emilia Romagna e Lombardia in collaborazione con le Squadre Mobili e i Comandi provinciali dei Carabinieri di Roma, Bolzano, Mantova, Pordenone, Brescia e del Noe di Udine. Quaranta sono i capi di imputazione contestati ai sette arrestati: un tecnico dell'ospedale di Merano; un dirigente della farmacia dell'ospedale di Merano; un tecnico dell'ospedale di Bolzano; un professionista trentino; il direttore tecnico e operativo di una multinazionale con sede a Roma specializzata nelle forniture elettromedicali; un dipendente della stessa multinazionale e un libero professionista mantovano. Per tutti vi è l'accusa di essersi associati al fine di commettere una pluralità indeterminata di delitti di rivelazione del segreto d'ufficio, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e corruzione aggravata.
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Il Gazzettino