L'INCHIESTA PADOVA Proseguono le indagini relative allo scandalo delle provette

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L'INCHIESTAPADOVA Proseguono le indagini relative allo scandalo delle provette manomesse a Medicina legale. Nella giornata di giovedì gli uomini della Squadra di polizia...

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L'INCHIESTA
PADOVA Proseguono le indagini relative allo scandalo delle provette manomesse a Medicina legale. Nella giornata di giovedì gli uomini della Squadra di polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal pubblico ministero Silvia Golin, hanno perquisito l'ufficio e l'abitazione di un medico legale libero professionista iscritto anche lui nel registro degli indagati per il reato di falso ideologico. Inoltre il magistrato ha chiesto al Gip Elena Lazzarin, la misura restrittiva della sospensione dal lavoro per il chimico Emanuele Nalesso, secondo l'accusa colpevole di avere truccato alcune provette.

LA PERQUISIZIONE
Nella giornata di giovedì gli inquirenti hanno perquisito l'ambulatorio Medical Services Srl di Riviera Dei Ponti Romani (centro specializzato in medicina legale e delle assicurazioni) dove lavora il dottor Fabio Fenato, finito anche lui nel registro degli indagati per falso ideologico. Gli investigatori hanno passato al setaccio anche la sua abitazione, ma non avrebbero né trovato e né sequestrato materiale informatico e documenti cartacei utili alle indagini. Secondo l'accusa il medico ha instaurato un solido rapporto di lavoro con Eduardo Urschitz, anche lui indagato per lo stesso reato, esperto di infortunistica stradale con l'attività in via Ciamician in città e in via Caselle a Selvazzano. Urschitz, sempre secondo l'accusa, avrebbe chiesto il favore a Fenato di interagire per lui con l'istituto di Medicina legale affinché i suoi esami, controlli di sangue, urina e capelli, risultassero negativi per evitare problemi con la patente di guida.
LA RICHIESTA DI SOSPENSIONE
Intanto il sostituto procuratore Silvia Golin ha chiesto al Gip Elena Lazzarin, la misura restrittiva della sospensione dal lavoro per il chimico e biologo Emanuele Nalesso. Il professionista, dipendente dell'istituto di Medina legale dell'Università di Padova di via Falloppio 50, in settimana è finito davanti al giudice delle indagini preliminari per l'interrogatorio di garanzia, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Insieme a lui sono indagati il direttore dell'Istituto il professore Massimo Montisci, la dottoressa Arianna Giorgetti e l'albergatore Rocco Sbirziola. Quest'ultimo, ancora secondo l'accusa, avrebbe chiesto come l'esperto di infortunistica stradale un favore a Medicina legale per evitare guai con la licenza di guida. Per gli inquirenti un favore è stato portato a termine, mentre l'altro no. Ai sei indagati infatti al momento viene contestato un falso ideologico e un tentato falso ideologico.
L'ESPOSTO

Le indagini da parte della Squadra di polizia giudiziaria della Procura, sono scattate il giorno 20 giugno quando è stato depositato un esposto, a firma di tre donne dipendenti dell'istituto di Medicina legale, dove in maniera molto dettagliata è stato scritto e sviscerato il sistema della provette manomesse. In sostanza secondo l'accusa il professor Montisci avrebbe ordinato al suo staff, di fare risultare negative tutte le provette con campioni di sangue, capelli e urine di suoi amici e di amici di amici. Tutte persone finite nei guai per essere state pizzicate al volante sotto l'effetto dell'alcol o di sostanze stupefacenti.
Marco Aldighieri
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Il Gazzettino