«L'immigrazione è un problema globale, non soltanto dell'Europa»

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LA VISITA PORDENONE L'immigrazione come un problema non dell'Europa, ma...

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LA VISITA

PORDENONE L'immigrazione come un problema non dell'Europa, ma del mondo. La paura che diventa diffidenza e poi rifiuto, ma che è un danno all'umanità di tutti. La Madonna Pellegrina che, in Egitto, ha sperimentato la sofferenza dei profughi. In visita per sua precisa volontà alla struttura che accoglie oltre cinquanta fra richiedenti asilo e persone con lo status di rifugiato, il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, ha incontrato un gruppo di migranti e ha ascoltato le loro storie, accompagnato dal vescovo Giuseppe Pellegrini, dal vicario episcopale per la prossimità don Davide Corba e dal direttore della Caritas Andrea Barachino. Al termine della visita ha elogiato l'esperienza della Casa della Madonna Pellegrina: «É bellissima - ha commentato - La Madonna fu uno dei profughi più interessanti per il suo tempo. Quando io penso alla Sacra famiglia, non penso soltanto a quelle belle icone dove tutto è perfetto; penso a questi tre randagi che vanno in Egitto. La Madonna Pellegrina è pellegrina nella sua intima natura, profuga come voi - ha detto ai migranti provenienti da Pakistan, Afghanistan, Mali e India - Insieme a Giuseppe e Gesù è dovuta fuggire in Egitto, con tutti i pericoli, arrivare in un Paese completamente straniero senza sapere dove sbattere la testa. Per essere la madre di tutti gli uomini ha voluto sperimentare anche la sofferenza vostra, di chi è lontano dalla sua terra, dai suoi affetti, dalle sue radici». Ma il cardinale è ritornato anche sui temi affrontati nei giorni scorsi, quelli dell'immigrazione, dell'accoglienza e del razzismo. «Quello dei profughi non è un problema contingenziale. Magari si può accentuare, ma sta diventando un problema strutturale. Capisco che l'impegno di coloro che reggono la società civile è enorme, ma le difficoltà più grandi ci costringono a pensare, a comprendere e poi a decidere. Come fenomeno generale va regolato, perché altrimenti si creerebbero nell'accoglienza situazioni confuse, come sta succedendo ora. Ci sono tanti problemi da risolvere, ma partendo sempre da un principio di accoglienza, perché se io ti rifiuto per principio non faccio un danno a te, ma faccio un danno alla mia umanità. La parola di Dio dice accoglietevi; poi, certamente, bisogna anche stabilire le modalità concrete. L'italiano per natura non è razzista - ha poi rilevato -. Oggi io vedo in tanti miei fratelli italiani una paura enorme. E la paura ti porta alla diffidenza. La diffidenza ti porta al rifiuto, e quindi alla non accoglienza. Bisogna liberarci da tante paure e renderci conto che in fondo, in una logica non solo cristiana ma anche umana, l'altro è un altro te stesso. Colui che si prese cura del samaritano pensò Non è un estraneo, anche se non lo conosco. Sono io, ferito, abbandonato sul ciglio di una strada. E vorrei che qualcuno si chinasse sopra di me. Dobbiamo ritornare a questi principi, che io ho respirato quand'ero giovane nella Firenze di Giorgio La Pira, a padre Balducci, a padre Turoldo: uomini che hanno costruito l'umanesimo cristiano, partendo dai problemi concreti - il lavoro, la casa, i diritti - ma in una dimensione che va oltre il contingente di questa terra: il pane e la grazia - diceva La Pira. Bisogna tener conto dell'uomo integrale, liberarci dalle paura e insieme affrontare questi problemi. Sono convinto che per l'enormità di questi problemi non basta nemmeno l'Europa. É un problema globale, che va affrontato in una visione globale».

Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino