L'enoteca Vettoretti non molla: «Vogliamo lavorare»

L'enoteca Vettoretti non molla: «Vogliamo lavorare»
L'INTERVISTASAN PIETRO DI FELETTO Claudio Vettoretti gestisce assieme al fratello Sergio l'omonima enoteca in località Crevada. Si è parlato di lui per la decisione presa...

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L'INTERVISTA
SAN PIETRO DI FELETTO Claudio Vettoretti gestisce assieme al fratello Sergio l'omonima enoteca in località Crevada. Si è parlato di lui per la decisione presa mercoledì scorso di tenere il suo locale aperto anche dopo le 18. Una decisione non facile, ma in linea con il suo modo di pensare: «Vogliamo lavorare. È un nostro diritto, sancito dalla costituzione. Vogliamo esercitare questo diritto a tutela del nostro lavoro e dei nostri dipendenti che hanno famiglia, mutui da pagare, affitti».

Sarà comunque presente sabato in piazza Cima a Conegliano?
«Certo. Ieri mattina alle 9 ci siamo ritrovati presso l'Enoteca Veneta al Cerletti. Eravamo una ventina di gestori di enoteche della zona. Sabato intendiamo scegliere una via comune per agire in sintonia e la comunicheremo».
Ha tenuto la sua enoteca chiusa dopo la prima sera. È ritornato sulla sua decisione?
«Certo che no. Se non l'ho più tenuta aperta è per rispetto ai miei colleghi. Se dobbiamo fare un'azione congiunta la faremo insieme. Non sono qui per fare confusione ma solo, come ho detto, per esercitare il mio e il nostro diritto a lavorare».
Il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, in un post su Facebook ha detto che la manifestazione non si può fare per ragioni di sicurezza sanitaria vista l'attuale situazione. Come vi comporterete in merito?
«A me risulta che la manifestazione sia stata autorizzata dalla prefettura. Andremo pacificamente in piazza. Se ci sarà concesso di manifestare lo faremo, altrimenti ci comporteremo come dei cittadini che passeggiano per il centro. Siamo ancora un paese libero dove possiamo incontrarci in centro, ovviamente rispettando tutte le regole imposte dall'emergenza: mascherina e distanziamento. Vogliamo solo lavorare, questo è il messaggio».
Quale sarebbe la soluzione ottimale per uscire da questo stallo?
«Che tutti facessero il loro dovere. Dove sono le associazioni di categoria? I sindacati? Inoltre bisogna che chi governa faccia delle regole precise e non grossolane. In Germania, ad esempio, verrà dato alle aziende, piccole e grandi, il 75% del fatturato del mese di novembre dello scorso anno. Basterebbe fare un copia e incolla. Servono azioni concrete e immediate, ma è inutile che continuiamo a dirlo. Se l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro allora dimostratemelo. Non si può fare per ragioni sanitarie? Sostenete chi non può lavorare invece di fare degli interventi assurdi e impedite che chi non riesce a creare più un reddito affondi nell'assurdità di norme fatte da chi sembra essere lontano anni luce dalla realtà».
Sabato sera quindi aprirete tutti sfidando anche eventuali sanzioni?

«Non sta a me decidere. La decisione verrà presa da tutti, in sintonia. È una cosa che dobbiamo decidere tutti assieme, pacificamente, con lo stesso mantra che ripetiamo da giorni: abbiamo diritto di lavorare. Questo non ce lo può negare nessuno».
Pio Dal Cin
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Il Gazzettino