L'ECONOMIA TURISTICA VENEZIA Quando si parla di acqua alta a Venezia, il messaggio

L'ECONOMIA TURISTICA VENEZIA Quando si parla di acqua alta a Venezia, il messaggio
L'ECONOMIA TURISTICAVENEZIA Quando si parla di acqua alta a Venezia, il messaggio non viene pienamente compreso in Italia e all'estero. C'è gente che si interroga se con un metro...

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L'ECONOMIA TURISTICA
VENEZIA Quando si parla di acqua alta a Venezia, il messaggio non viene pienamente compreso in Italia e all'estero. C'è gente che si interroga se con un metro di marea serva portare il canotto e magari non sa che a quella quota si potrebbe camminare senza stivali in buona parte della città. Questa situazione, dovuta al fatto che il livello viene dato in centimetri sul mediomare, provoca all'economia turistica della città gli stessi problemi di un attacco terroristico.

In effetti, in questi giorni non sono tanti i turisti in giro, se si escludono i soliti cinesi, che non mancano mai e per lo più fanno girare un'economia parallela tutta in mani orientali.
Storicamente, comunque, novembre coincide con uno dei pochi momenti in cui i veneziani possono respirare un poco, avendo le calli libere dalle masse di visitatori.
Per l'Associazione veneziana albergatori (Ava) le disdette ricevute superano già il 40% e sono in aumento, sia per questo weekend che per la prossima settimana, con effetti che si riverberano fino ad aprile. Ava sta quindi mantenendo i contatti con le agenzie di tutto il mondo e lancia un messaggio, nella speranza di limitare i danni anche in vista delle festività di dicembre.
«Venezia si lecca le ferite ma si è già rialzata. La situazione sta tornando alla normalità - commenta il direttore di Ava, Claudio Scarpa - la città è totalmente agibile e visitabile, i servizi pubblici sono stati riattivati e anche e i luoghi di visita museale e i principali monumenti sono aperti al pubblico. Gli alberghi sono totalmente operativi e funzionanti. Negli hotel si è lavorato giorno e notte e grazie all'opera degli imprenditori e del loro personale, il nostro patrimonio aziendale, tutto funziona regolarmente. Ai turisti di tutto il mondo - aggiunge Scarpa - bisogna quindi far sapere che in città non c'è pericolo e che li stiamo aspettando».
Gli alberghi della città danno lavoro mediamente a 10mila persone e ciò che teme l'Ava è che una crisi del settore porti a conseguenze per l'occupazione.

«Gli albergatori sostengono Venezia, e sono pronti a chiedere un contributo anche ai loro ospiti (un euro per la città che sarà chiesto agli ospiti per tutto il 2020, da devolvere al Comune, ndr) . Ma a causa delle cancellazioni e del blocco delle prenotazioni un pezzo importante della città, con i 10 mila lavoratori veneziani del settore alberghiero, è in pericolo e rischia di andare in crisi. Il messaggio da lanciare è che Venezia è sicura e accogliente: i turisti possono e devono continuare a venire qui. L'Associazione è quindi all'opera per evitare nuove disdette e una parte la devono fare i media, comunicando la reale situazione».
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Il Gazzettino