L'azienda che fa utili per gli altri

L'azienda che fa utili per gli altri
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Il primo obiettivo è stato consolidare l'azienda che garantisce il pronto intervento ecologico entro tre ore su tutto il territorio nazionale: «Siamo il primo fornitore di Eni per le bonifiche ambientali» dice con malcelato orgoglio Valerio Piccin, amministratore della Re.al. Service di Porto Marghera. Ma il profitto, si sono detti all'ottavo piano dell'edificio che si affaccia sul porto commerciale, non è tutto. «Volevamo lasciare il segno», aggiunge Ennio Zanella, da un paio d'anni presidente della società con una vocazione sociale (è stato uno dei fondatori della Scuola steineriana di Oriago) prima che imprenditoriale. Così nei piani della Re.al. Service, fra un'emergenza ambientale e l'altra, ci sono le carte di un progetto ambizioso: la nascita di una cittadella della salute interamente dedicata alle malattie rare e sconosciute. Il sito c'è già, a Mereto di Tomba, nella pianura friulana fra Codroipo e San Daniele del Friuli. «Lì avevamo un immobile non utilizzato - spiega Piccin - abbiamo affidato il progetto di ristrutturazione a uno studio di Brugnera, la Total Service, e avviato le pratiche. Ora siamo in fase di approvazione e contiamo di cominciare i lavori il prossimo anno». Con un budget impegnativo che si aggira sui 30 milioni di euro. Nel centro, in base al progetto, ci sarà spazio per laboratori di ricerca ma anche per il ricovero dei pazienti, con ampi spazi verdi attorno al complesso principale e attenzione per l'autosufficienza energetica. Con l'obiettivo di diventare un punto di riferimento per le famiglie alle prese con patologie per le quali spesso non esiste una cura, e se questa esiste è molto onerosa.

A stupire, a prima vista, sono le dimensioni del progetto varato dall'azienda che si occupa ogni giorni di tutt'altro. Ma la cosa non deve stupire: Re.al. Service fa parte del ristretto gruppo italiano delle B-Corp, le Benefit corporation, società che promuovono l'impegno sociale nel quale viene reinvestita parte degli utili. Il governo ne ha riconosciuto due anni fa la peculiarità con una legge ad hoc, e il loro esempio comincia a fare scuola. Nel sito che le raggruppa si legge che «innovano per massimizzare il loro impatto positivo verso i dipendenti, le comunità in cui operano e l'ambiente». E visto che l'impresa campa proprio grazie alle emergenze ambientali, i titolari devono avere pensato di restituire alla causa una parte del fatturato.
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Il Gazzettino