L'auto a casa?: «Da regolamento»

L'auto a casa?: «Da regolamento»
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Delle due l'una: o tra gli agenti di Polizia Provinciale si cela effettivamente qualche furbetto, oppure viene contestato un regolamento, quello che prevede la possibilità di utilizzare l'auto di servizio anche per spostarsi dal lavoro a casa (e viceversa). Palazzo Piloni mette i puntini sulle "i" e prova a sciogliere la matassa. Perché l'ente Provincia, suo malgrado, è finito nel caos. E dal caos deve uscire.

L'indagine della Procura della Repubblica in corso sui poliziotti provinciali porta accuse gravi: peculato e false attestazioni sull'orario di lavoro (ovvero, assenteismo). Se la seconda accusa riguarda solo una ristrettissima minoranza di dipendenti, la prima mette nei guai praticamente tutto il corpo provinciale di polizia. Ma sarà davvero peculato? In pratica, gli indagati avrebbero utilizzato l'auto bianca e verde della Provincia per scopi non propriamente professionali. Si sarebbero messi al volante, ad esempio, per motivi personali, per tornare a casa dopo lavoro, e non soltanto mentre erano "in servizio". Eppure, esiste un regolamento che prevede proprio questa possibilità per le divise della Provincia. Su questo si basa il commento del giorno dopo dell'amministrazione di Palazzo Piloni. Che non entra nei particolari, ma convoca (per stamattina, alle 11.30) una conferenza stampa per spiegare la sua posizione.

«Dobbiamo specificare - premette la presidente Daniela Larese Filon, anticipando il contenuto della conferenza stampa -. Alcuni agenti di Polizia Provinciale possono aver mancato ai loro doveri. Sarà l'esito delle indagini a dirlo. Ma ben altra cosa è l'aver utilizzato l'auto di servizio per gli spostamenti casa-lavoro: lo prevede un regolamento del 1992, fatto appositamente per garantire un servizio al territorio provinciale e contemporaneamente per ridurre le spese». Difatti, il regolamento citato dalla presidente dice chiaramente che i poliziotti provinciali possono servirsi dell'auto della Provincia anche fuori dagli orari di servizio: sarebbe assurdo (e dispendioso) che un agente dovesse partire ad esempio dall'Agordino per arrivare a Belluno, prendere la macchina della Polizia Provinciale e tornare in Agordino per prestare servizio. «Non possiamo pensare che venga contestato il rispetto di questo regolamento - continua Larese Filon -. Studieremo nel dettaglio la normativa e poi decideremo il da farsi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino