L'appello dei volontari alla Regione: più prevenzione

L'appello dei volontari alla Regione: più prevenzione
I VOLONTARIPORDENONE Nella giornata del conferimento della certificazione internazionale all'alleanza tra Cro di Aviano e Ospedale di Pordenone sul fronte della cura del tumore...

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I VOLONTARI
PORDENONE Nella giornata del conferimento della certificazione internazionale all'alleanza tra Cro di Aviano e Ospedale di Pordenone sul fronte della cura del tumore alla prostata arriva anche un appello alla Regione per innalzare il livello di prevenzione e di screening (come già avviene rispetto ad altre neoplasie, sia nei maschi che nelle donne) proprio rispetto al tumore della prostata. A esserne colpiti, in regione, sono ogni anno oltre mille persone. «La cultura della prevenzione - ha sottolineato Antonino Carbone, presidente della sezione pordenonese della Lega italiana lotta ai tumori - è molto sviluppata. Così come è adeguata la sensibilità e l'azione degli enti e delle istituzioni sanitarie. Perciò - ha aggiunto il responsabile dell'associazione di volontariato - da questo punto di vista il nostro lavoro qui è poco. Ma cerchiamo sempre di migliorare il tasso di prevenzione e di attenzione dei cittadini rispetto a queste malattie. Proprio sul tumore prostatico organizziamo ogni anno una giornata di sensibilizzazione sulla prevenzione attraverso attività di informazione e di comunicazione ai cittadini. La Regione - sottolinea infine Carbone - potrebbe forse attivare qualche iniziativa in più rispetto alle attività di screening visto che si tratta di un carcinoma più diffuso tra i maschi over-65». Tutti gli specialisti hanno inoltre riconosciuto l'importanza del ruolo dei medici di medicina generale all'interno del percorso di cura certificato. «Il ruolo del medico generalista - ha detto Guido Lucchini, presidente dell'Ordine dei medici provinciale - è fondamentale dal momento che è lui a intercettare per primo i sintomi della neoplasia prostatica. Nel caso in cui gli esiti siano positivi è il medico di famiglia che indirizza il paziente all'urologo per un percorso diagnostico-terapeutico adeguato. E la certificazione di oggi conferma che l'équipe degli specialisti del Cro e dell'ospedale cittadino dialoga anche con la rete dei medici di famiglia che operano sul territorio».

d.l.
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Il Gazzettino