L'ANALISI TREVISO «Non voglio fare polemica. Ma l'Italia è grande,

L'ANALISI TREVISO «Non voglio fare polemica. Ma l'Italia è grande,
L'ANALISITREVISO «Non voglio fare polemica. Ma l'Italia è grande, ricca di territori diversi tra loro. E con esigenze diverse. Soprattutto in questa crisi. In Veneto e Lombardia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L'ANALISI
TREVISO «Non voglio fare polemica. Ma l'Italia è grande, ricca di territori diversi tra loro. E con esigenze diverse. Soprattutto in questa crisi. In Veneto e Lombardia è tutto chiuso da quattro settimane, qui l'epidemia è scoppiata prima di tutti. E hanno esigenze diverse dalle regioni del Sud. Posso apprezzare lo sforzo del Governo con gli ultimi decreti, ma di certo non apprezzo i risultati». Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente regionale dell'Anci, si fa portavoce di tanti primi cittadini ormai sotto pressione da giorni. Sta anche preparando un documento da portare direttamente nelle mani del premier Giuseppe Conte. Le misure annunciate dal Governo non intercettano le esigenze di chi chiede ben altro.

I NUMERI
«Apprezzo gli sforzi del Governo - continua Conte - ma prima di prendere certi provvedimenti avrebbe dovuto consultare i sindaci. I 4,7 miliardi di euro che mette a disposizione, non sono altro che i soldi che i comuni reclamavano già da prima della crisi. Risorse già dei comuni. Ne servirebbero di miliardi, ma in più. I 400 milioni da destinare prevalentemente a spese alimentari non abbiamo idea di quando arriveranno e di come utilizzarli. Ma non è questo il punto: in Veneto il problema della spesa non è così pressante. Abbiamo una rete di welfare ancora attiva, riusciamo a intercettare e provvedere da soli ai casi più gravi. Se devo mettere in fila chi mi chiama per chiedere aiuti per comprare generi alimentari e chi, invece, chiede liquidità per mantenere in vita piccole attività commerciali e posti di lavoro: posso tranquillamente dire che la seconda coda sarebbe lunghissima».
LA DIVISIONE
L'effetto di questa crisi è quello di tagliare veramente in due l'Italia: Conte ne è convinto. «Il Veneto non ha gli stessi problemi della Sicilia, con tutto il rispetto per la Sicilia. Noi siamo stati investiti prima di loro da questa crisi, la situazione è diversa. Quando la gente ha cominciato a fuggire dal nord verso il sud, i nostri territori erano già in grandissima difficoltà. Le attività da noi sono chiuse già da un mese, abbiamo bisogno di altro. Il Governo, questo, non l'ha capito». Conte ha tutta l'intenzione di insistere: «Sto raccogliendo tutte le esigenze dei sindaci veneti che rappresento - annuncia - e lo porterò direttamente sulla scrivania del presidente Conte. Il Veneto, per come sta gestendo questa crisi, va preso ad esempio. Il governatore Zaia sta facendo vedere a tutti come si comporta un amministratore in questi frangenti, la nostra Protezione Civile è encomiabile. Siamo pronti a regalare tutto il nostro bagaglio d'esperienza. Chiediamo solo di essere ascoltati».
IL SOSPETTO
Ma tutta la diplomazia di cui Conte, il presidente dell'Anci, dispone non è sufficiente a sgombrargli la testa da alcuni dubbi: «L'unica emergenza oggi in Italia - attacca - si chiama Coronavirus. Non ce ne sono altre. Non vorrei invece che qualcuno, nel Governo, pensasse di approfittarne per affrontare altre patologie tipiche di alcune zone del Paese. Mi riferisco alla piaga del lavoro nero. Alcune dichiarazioni fatte dal ministro non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Ma se da altre parti il problema è questo e di conseguenza avvengono gli assalti ai supermercati, da noi le priorità sono ben altre. Qui bisogna dare strumenti perché le piccole imprese, i piccoli imprenditori oggi disperati, possano sopravvivere. Ma non lo diciamo solo noi sindaci. Lo dicono gli Industriali veneti che hanno bocciato tutti gli interventi del Governo, lo dicono le categorie produttive e gli ordini professionali. Le nostre priorità sono queste. Qui da noi, nessuno assalta i supermercati. Più facile che qualcuno arrivi ad assaltare le banche se non si interviene in fretta».
LE CRITICHE

Il presidente dell'Anci evidenza poi un'altra pecca della linea tenuta dal Governo: «Sta creando false aspettative. Annuncia 4,7 miliardi di euro che in realtà sarebbero già dovuti essere dei comuni; parla di 400 milioni senza spiegare come verranno distribuiti. E la gente, alla disperata ricerca di qualche motivo di speranza, si illude. Pensa di avere le soluzioni già domani e riversa le sue aspettative sui sindaci. Tutti noi primi cittadini abbiamo i telefonini pieni di messaggi disperati, di persone che cercano un aiuto. E non sappiamo cosa dire, perché anche noi non conosciamo i contenuti dei decreti. Il Governo deve ascoltarci e consultarci prima di agire».
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino