L'ANALISI TOLMEZZO Uscire dal concetto sbagliato di montagna come periferia e

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L'ANALISI

TOLMEZZO Uscire dal concetto sbagliato di montagna come periferia e riserva indiana, fare un ragionamento di sistema per un rilancio complessivo dell'area, coniugando ambiente, turismo, ecomomia, pensando a incentivi nuovi per le imprese e mettendo a frutto gli strumenti normativi che già il Friuli Venezia Giulia ha a disposizione. Sono i concetti chiave sottolineati ieri al convegno sulla montagna organizzato dal Cantiere Friuli dell'Università di Udine e svoltosi nella sala Uti. L'iniziativa è stata curata dall'ateneo, in collaborazione con Innovalp, Coralp, proCarnia. «La necessità vera è ragionare a un sistema che vede tutti i territori sullo stesso piano e con la stessa dignità ha detto l'assessore regionale Stefano Zannier, con delega alla montagna -; territori che hanno bisogno di essere sostenuti in modi ovviamente differenziati, ma non possiamo pensare alla riserva indiana, un concetto sbagliato e svilente. La Regione ha aggiunto l'assessore ha diversi progetti per le terre alte, afferenti a diversi assessorati, che però troveranno unità nei prossimi mesi in una progettualità unica, benché articolata, per la montagna, armonizzando la valenza turistica, con l'ambiente e l'economia. Si deve fare un ragionamento di sistema». Secondo Francesco Brollo, presidente dell'Uti della Carnia, «i temi e le criticità sono tante e non dobbiamo spaventarci; ho fatto oggi un sopralluogo nelle aziende agricole danneggiate dal passaggio di cinghiali, un tema che sembra minore, ma che ha a che fare con la tenuta della nostra agricoltura e della nostra economia, dunque ci sono i macrotemi, ma anche le piccole cose di ogni giorno, che vanno seguite». Poi l'attesa relazione di Giuseppe De Rita, presidente e fondatore della Fondazione Censis, che ha sottolineato che «la montagna è sempre stata considerata un oggetto lontano per noi italiani, e questo si è notato, nonostante tante leggi, perché una certa marginalizzazione sta nella cultura, Tuttavia, in questi ultimi anni si è riconosciuto che in una società come la nostra c'è bisogno di uno scheletro montano. E nei periodi della crisi 2011-2016 ha puntualizzato il sociologo - noi italiani abbiamo reagito con quello che è lo scheletro contadino della nostra civiltà, che appunto è anche parte della nostra montagna». «Le azioni da fare sono molte ha rilevato il rettore De Toni , ma la più importante a mio avviso è l'attrazione e la crescita dell'imprenditorialità nelle aree montane della Regione. Alla fine ha continuato - la leva più forte che crea ricchezza nei territori è rappresentata dalle imprese che creano lavoro, scambi e servizi. Si deve pertanto riprendere in mano il tema dell'incentivo ai nuovi imprenditori con misure straordinarie, da piano Marshall, perché - ha concluso - lo spopolamento delle aree montane è preoccupante, dunque bisogna ripartire dalle occasioni di nascita di nuove imprese».

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Il Gazzettino