«L'amica è positiva, ora col fiato sospeso per mio figlio»

«L'amica è positiva, ora col fiato sospeso per mio figlio»
LA TESTIMONIANZAPADOVA «Quando mi ha detto che doveva fare il tampone perché una sua amica è positiva mi si è gelato il sangue nelle vene». Sabrina (nome di fantasia, ndr)...

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LA TESTIMONIANZA
PADOVA «Quando mi ha detto che doveva fare il tampone perché una sua amica è positiva mi si è gelato il sangue nelle vene». Sabrina (nome di fantasia, ndr) sta vivendo ore di angoscia. Il figlio è in isolamento fiduciario, in attesa di sapere se ha contratto o meno il coronavirus. E anche lei ha ridotto al minimo i contatti, chiudendosi nella sua casa a Padova. «Dovremmo avere la risposta domani (oggi, ndr) dice . Spero con tutto il cuore che sia negativo. Sono davvero preoccupata, con questo virus non si scherza e sono in troppi a non averlo ancora capito».

Il diciottenne all'inizio di agosto è uscito con un'amica. Un aperitivo, due chiacchiere, come ogni giovane. Poi, la leggerezza: i due giovani si sono salutati con due baci sulle guance. «Mi ha detto di aver capito subito che ha sbagliato riferisce la mamma . Non posso nemmeno condannarlo, sono gesti così innati che ci vengono spontanei. Quando ha saputo che era a rischio è andato a casa del padre, che ora è in vacanza, per non starmi troppo vicino. Soffro di bronchite cronica, per me contrarre il virus potrebbe essere un grosso rischio». Il giovane ha avuto febbre a 37.2 e difficoltà a respirare. Sabrina, invece, ha sofferto di mal di gola ma è difficile dire se si tratti davvero del virus. «Potrebbe anche essere l'effetto dell'aria condizionata. È che ora ogni minima cosa la associo al coronavirus, è automatico. Ti cambia pensare di essere infetto confessa . È come avere una spada di Damocle sulla testa. Ma quello che non capiamo è che siamo tutti possibili vettori». Sabrina non è arrabbiata con il figlio per quella piccola leggerezza, che potrebbe costare caro. E non se la prende nemmeno con i giovani vacanzieri che hanno abbandonato ogni prudenza, dimenticando in un angolo la mascherina e il distanziamento. «Cosa possiamo pretendere se apriamo le discoteche? si chiede Siamo seri. Anche gli adulti hanno le loro colpe, non solo i giovani. Durante il mio soggiorno nelle Marche, a inizio mese, nessuno aveva la mascherina. E lì sì che mi sono infuriata. All'albergo hanno impedito a me e altre persone di partecipare a un evento perché c'era un numero massimo da rispettare e però i loro dipendenti lavoravano senza mascherina».

E con il ritorno di massa dopo Ferragosto le cose potrebbero peggiorare. «Siamo già nella seconda ondata e non ce ne siamo resi conto. Non abbiamo dovuto aspettare fino a settembre. E se dovremo chiudere di nuovo sarà un disastro sostiene . Qui davanti a casa mia hanno chiuso ben due negozi. La gente deve svegliarsi. Anche mio figlio. Dire che gli servirà da lezione può sembrare brutto anche perché lui durante il lockdown è stato molto rispettoso. Ma dobbiamo continuare a seguire le regole. Posso solo immaginare come si senta anche la sua amica, mio figlio ha fatto una scelta di responsabilità spostandosi in un'altra casa fino alla fine dell'isolamento». Ticchetta l'orologio e ogni spostamento di lancetta è seguito da Sabrina con apprensione. Il virus non si vede, è difficile percepirlo e quando si abbatte con tutta la sua forza su una persona cara allora sì che ci si accorge della sua presenza. Sabrina incrocia le dita, il suo pensiero sempre con il figlio, anello di una catena che avrebbe potuto non cominciare mai.
Si. Mo.
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Il Gazzettino