Era pronto ad uscire con la sua barca per andare in mare aperto. Ma non per sfuggire alla Finanza che l'ha raggiunto al porto di Monfalcone per notificarli l'ordinanza di custodia...
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Stare fuori dalla mischia lo aveva in un certo senso rasserenato.
«Penso al mio lavoro - aveva spiegato ancora qualche settimana prima del blitz - ma soprattutto ho ritrovato il gusto per il mio tempo libero».
L'epilogo dell'indagine culminato nella detenzione agli arresti domiciliari, ha segnato un imprevisto destino nei rapporti che per anni hanno legato Massimo Bordin a Luca Claudio. Il futuro «imperatore» era stato in un certo modo una creatura di Bordin, quando aveva dato vita al comitato anti fusione fra Abano e Montegrotto. La vittoria al referendum anti fusione del 2000 aveva incoronato Bordin come l'uomo del momento. L'astro nascente Claudio, da lui tenuto a battesimo, aveva poi vinto le elezioni del 2001. E fra i due si era inaugurato un sodalizio destinato a portare fama e potere. Claudio in cabina di regia e Bordin al delicato ruolo di assessore al bilancio avevano dato il via ad un programma di opere come il Palaberta, la nuova tangenziale delle Terme, le tensostrutture fino alla ristrutturazione di villa Draghi finanziata con i proventi della mega perequazione ex Zeus.
Il tandem Claudio-Bordin guidava una squadra politica unita come una falange che avviliva il ruolo delle opposizioni. E i consensi non mancavano. Nel 2006 la riconferma del sindaco Claudio (e di Bordin come vice) avvenne con una percentuale bulgara di quasi il 70 per cento. Quanta basta per lasciare a Bordin una cospicua eredità politica quando Claudio, esauriti i mandati a Montegrotto giocò nel 2011 la carta vincente di sindaco di Abano. Lo scoppio dell'inchiesta nell'aprire 2015 buttò all'aria il cospicuo lascito. Bordin si dimise. E anche l'amicizia granitica con Claudio mostrò qualche seria crepa, dopo che i guai giudiziari si rivelarono in tutta la loro concretezza.
«Una volta eravamo amici» diceva Bordin a distanza di qualche mese dell'inchiesta. Ora, per ironia della sorte sono accumulati nello stesso destino che li ha posti in arresto. Il primo, in custodia, il secondo agli arresti domiciliari nella casa della compagna a Veggiano. Ma «costretto», alla faccia della sua passione per la nautica solitaria a condividere la stessa scomoda barca del suo ex collega. Ed ex amico. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino