L'allarme di Cottarelli: "Spending" come bancomat? Allora niente taglio di tasse

L'allarme di Cottarelli: "Spending" come bancomat? Allora niente taglio di tasse
ROMA - La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l'emendamento, votato alla Camera nel decreto pa (oggi è atteso il voto finale dell'aula, poi il passaggio in Senato per la...

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ROMA - La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l'emendamento, votato alla Camera nel decreto pa (oggi è atteso il voto finale dell'aula, poi il passaggio in Senato per la conversione in legge entro il 23 agosto), che consente 4.000 pensionamenti nella scuola, nonostante il no della Ragioneria dello Stato. In questo caso, per coprire i costi si sono usati i risparmi futuri della spending. A questo punto il commissario Carlo Cottarelli, alle prese con il puzzle della spesa pubblica, ha deciso che bisognava intervenire e ha lanciato l'allarme sul suo blog. «Se si utilizzano risorse provenienti da risparmi sulla spesa per aumentare la spesa stessa - ha spiegato - il risparmio non potrà essere utilizzato per ridurre le tasse sul lavoro». E quindi - ha aggiunto - non si può creare occupazione nè rendere stabile nel 2015 il bonus di 80 euro e, magari, estenderlo a pensionati e partite Iva.

L'analisi di Cottarelli è condivisa al ministero dell'Economia tanto che una nota ufficiale del Mef bolla come «strumentali» i tentativi di fare apparire le parole (del commissario) indirizzate al governo «mentre sono dirette ad alcune prassi parlamentari».
Per il commissario alla spending le trappole al rigore si nascondono ovunque. «Si sta diffondendo la pratica - scrive sempre nel blog - di autorizzare nuove uscite indicando che la copertura sarà trovata attraverso future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, attraverso tagli lineari delle spese ministeriali». Infatti, mentre il governo fatica a trovare le risorse (almeno 10 miliardi) per stabilizzare il bonus di 80 euro nel 2015, cui si aggiungono altri risparmi per fare fronte alla riduzione del deficit (per 4,5 miliardi), sono già stati impegnati per il 2015 ben 1,6 miliardi di risparmi tutti ancora da trovare. Come? Prima con la legge di stabilità, poi nel decreto sulla pubblica amministrazione per finanziare il pensionamento dei funzionari anziani. E di nuovo, sempre nel decreto pa, per l'introduzione di quella "quota 96" che consente di evitare dei simil-esodati nella scuola.

Intanto i cinesi entrano nelle grandi reti energetiche italiane. Dopo un lungo e complesso iter il passaggio del 35% di Cassa depositi e prestiti-Reti a State Grid of China (il più grande gruppo mondiale controllato da uno Stato, cioè pubblico, nella fornitura di energia elettrica) per 2,1 miliardi è cosa fatta: oggi la firma ufficiale a Palazzo Chigi alla presenza del premier Renzi. E stasera tocca allo blocca-Italia, pacchetto di misure per far ripartire i cantieri e muovere 43 miliardi, che avrà un primo passaggio in Consiglio dei ministri per essere subito consegnato alle consultazioni con i cittadini durante il mese di agosto. Nella riunione odierna dovrebbe essere approvato anche un finanziamento di 1,6 miliardi (risorse in parte già stanziate nella legge di stabilità, in parte nuove) sulla cassa integrazione in deroga per il 2014-2015. Oltre all'aumento delle accise sui tabacchi.
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Il Gazzettino