Khezraji lancia il sasso «Le moschee servono»

Khezraji lancia il sasso «Le moschee servono»
«Le moschee e i centri culturali servono perché avere spazi per i musulmani riconosciuti offre la possibilità di portare avanti un controllo di ciò che succede all'interno, in...

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«Le moschee e i centri culturali servono perché avere spazi per i musulmani riconosciuti offre la possibilità di portare avanti un controllo di ciò che succede all'interno, in collaborazione con le istituzioni locali».

Abdallah Khezraji, presidente dell'associazione Hilal e punto di riferimento della comunità marocchina trevigiana e veneta, non ha dubbi. Lunedì non era presente al tavolo organizzato in Prefettura sul Patto per un Islam italiano perché impegnato in Marocco. Ma benedice il percorso di dialogo aperto a Treviso dal prefetto Laura Lega e dal sottosegretario all'Interno, Domenico Manzione. «È un fatto positivo. Anzi, arriva anche in ritardo rispetto alle necessità. Ma è bene che sia stato fatto questo primo passo spiega adesso andiamo avanti con gli incontri: il dialogo interreligioso è fondamentale, soprattutto in una provincia come quella trevigiana».
Il Patto siglato a inizio anno dal governo Gentiloni con le principali organizzazioni islamiche ha proprio l'obiettivo di aprire canali di dialogo per il controllo dei luoghi di preghiera e il contrasto a ogni forma di violenza e terrorismo. Cosa non semplice con i comuni della Marca. Dei sette sindaci invitati all'incontro, infatti, solo due hanno delegato un assessore: Anna Caterina Cabino per Treviso e Barbara De Nardi per Vittorio Veneto. I primi cittadini della Lega non si sono fatti vedere: Castelfranco, Montebelluna e Oderzo. E nemmeno quelli di Asolo (civica di centrosinistra) e Conegliano (centrodestra). Di questi, solo Fabio Chies (Conegliano) specifica che la sua assenza non è stata una forma di protesta: «Non potevo essere presente. Vista l'importanza dell'argomento non era possibile delegare un assessore».
Dal canto suo, Khezraji non risparmia una bacchettata a chi ha appositamente voluto ignorare il dialogo con le associazioni islamiche. «E' una politica sottolinea che non riesce ad aprire gli occhi e a vedere una realtà che già esiste nel territorio».

Marzio Favero, sindaco di Montebelluna, è stato quello di esplicito: «Il Patto per un Islam italiano è una foglia di fico per nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti: cioè la presenza, che sta diventando ingestibile, di centinaia di migliaia di clandestini. Si stanno creando le premesse per un disastro sociale che avrà tra le sue conseguenze una guerra fra poveri: i nostri e quelli sopravvenienti. Altro che questione religiosa». Per il presidente dell'associazione Hilal, però, le cose non stanno affatto così: «In altre occasioni Favero ha dimostrato una grande apertura conclude Khezraji questa volta, invece, ha rinunciato a una ulteriore possibilità di dialogo portando un attacco strumentale per ragioni di consenso elettorale».
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Il Gazzettino