Julia la criminologa e i misteri di Venezia

Julia la criminologa e i misteri di Venezia
FUMETTI & CRONACAC'è lo stupore per la bellezza di Venezia, i suoi canali, i ponti, le calli, le fondamenta. E, una volta arrivati a Palazzo Ducale, c'è lo sgomento di fronte...

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FUMETTI & CRONACA
C'è lo stupore per la bellezza di Venezia, i suoi canali, i ponti, le calli, le fondamenta. E, una volta arrivati a Palazzo Ducale, c'è lo sgomento di fronte alle grandi navi che passano davanti al bacino di San Marco. La cronaca delle polemiche degli ultimi anni entra così, prepotentemente, per la prima volta anche nel mondo dei fumetti, nell'ultimo numero ora in edicola del mensile Julia, la criminologa di casa Bonelli (l'editore di Tex e Dylan Dog) intitolato I misteri di Venezia. E il suo ideatore, quel Giancarlo Berardi che con Ivo Milazzo creò negli anni 70 quel Ken Parker che segnò la svolta nel fumetto popolare introducendo un tratto autoriale anche nei comics italiano di massa, manifesta così tutto il suo amore per la città lagunare «dove - dice - quelle navi enormi non c'entrano nulla»

L'IDEA
Julia Kendall, visibilmente ispirata ai tratti di Audrey Hepburn, è una serie nata nel 1998 giunta ormai al 254. numero. Newyorkese, si concede una vacanza in Italia in compagnia del suo Ettore, ma qui si imbatte in una anziana signora diretta a Venezia per incontrare di persona un uomo conosciuto in rete e di cui si è perdutamente innamorata. La donna, però, scompare misteriosamente e la criminologa dovrà seguire le sue tracce, ripercorrendo le calli calcate dal Casanova. Il tutto con i disegni, dai bei contrasti in bianco e nero, di Federico Antinori, 68enne cartoonist del Lido di Venezia della grande scuderia della Sergio Bonelli Editore, mentre la sceneggiatura dell'episodio è firmata a quattro mani da Maurizio Mantero e, appunto, dal creatore Giancarlo Berardi, che ha compiuto un eccezionale lavoro di documentazione sulle ambientazioni veneziane (perfino nella copertina, dove è stato scelto il Ponte della Misericordia, l'unico senza sponde di protezione a Venezia, simile al Ponte del diavolo di Torcello). «Direi quasi che in questa storia Julia sono io - spiega Berardi -. Sono un casanovista, nel senso che ho un intero scaffale di libri dedicato a Giacomo Casanova, e Julia nella sua indagine a Venezia compie esattamente i passi che ho fatto io nelle mie visite: dall'abitazione della nonna, alla casa natìa fino all'ultima abitazione. Le grandi navi? Già con Ken Parker avevo inserito nel fumetto i temi del rispetto della natura, degli animali, delle parti fragili di questo mondo che sono la chiave del mio modo di interessarmi alla vita. E Venezia è fragile di fronte a quelle navi enormi: farle entrare mi è sempre sembrato uno stupro. Capisco il turismo, l'economia, ma ci deve essere rispetto per il passato nel quale affondano le radici del nostro futuro».
IL DUBBIO

Un dubbio che Berardi ha inserito anche nei dialoghi della storia, quando Julia ed Ettore parlano del loro essere parte della massa di turisti che invade quotidianamente la città («qui discutono e intanto distruggono tutto» dice Julia, «anche noi siamo turisti... Diamo il nostro piccolo contributo anche solo camminando» risponde Ettore). Poi, dopo le tavole che riprendono la nave da crociera in bacino San Marco ricordando le inquadrature scelte da Gianni Berengo Gardin con la sua mostra che ha fatto il giro del mondo, il giallo ovviamente prosegue arrivando ad un finale ovviamente da non rivelare. «La lavorazione di ogni uscita si svolge in un arco di 12-14 mesi - riprende Berardi, genovese tra pochi giorni settantenne -. Antinori, assieme a tutto lo staff che ha raccolto la documentazione, ha fatto un grande lavoro per questo numero al quale tenevo davvero molto. Volevo rendere omaggio ad una delle città più belle del mondo, una delle quattro in Italia che amo di più assieme a Milano, Napoli e la mia Genova. Città che mi hanno fatto crescere con la loro cultura, e a Venezia non mi stancherei mai di tornare». Di sicuro, non su una di quelle navi.
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino