ROMA - Il voto finale del Senato sulla Legge elettorale arriverà oggi ma già ieri gli accordi di maggioranza - in pratica l'ultima versione del Patto del Nazareno tra Renzi e...
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Una giornata, quella di ieri, che segna un passo avanti anche sul piano delle riforme istituzionali visto che la Camera ha detto sì al cambio del quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica. Rispetto al testo uscito dalla commissione Affari Costituzionali, il quorum è stato modificato con l'emendamento, a prima firma del deputato Pd Ettore Rosato, che fissa al settimo scrutinio (e non più al nono) il quorum dei 3/5 dei votanti e al quarto quello dei 3/5 dell'Assemblea. L'Aula di Montecitorio ha dato il via libera (313 sì, 122 no) anche all'articolo 22 del ddl riforme, che modifica l'art. 85 della Costituzione. La norma prevede che sia la presidente della Camera a esercitare «le funzioni del presidente della Repubblica nel caso in cui questi non possa adempierle», mentre «il presidente del Senato convoca e presiede il Parlamento in seduta comune». La Camera ha anche detto sì alla modifica degli articoli 86 e 88 della Costituzione nella direzione dell'unica Camera elettiva e ha approvato la norma che affida al presidente della Repubblica il potere di sciogliere la sola Camera dei deputati. Sì anche all'art.25: vale a dire che quando la riforma entrerà in vigore solo la Camera potrà dare o togliere la fiducia al governo.
Quanto alla legge elettorale, oggi alle 17, è previsto il voto finale. Ieri il Senato ha approvato l'emendamento di Anna Finocchiaro e dei capigruppo della maggioranza, che recepisce l'accordo sul nuovo Italicum: i sì sono stati 177, i no 64 e gli astenuti 2. È passato anche un secondo emendamento presentato sempre dalla senatrice Finocchiaro: quello che porta dal 37 al 40% la soglia che un partito deve raggiungere per ottenere il premio di maggioranza, senza il quale si va al secondo turno. Inoltre, vengono sostituiti i listini bloccati da un sistema in cui il capolista dei partiti in ciascuno dei 100 collegi è bloccato, mentre valgono le preferenze per gli altri candidati che concorrono per un seggio. Infine ha ricevuto il via libera ed è stata quindi inserita la clausola - indispensabile per alcuni partiti come Ncd - secondo cui la legge entrerà in vigore il 1 luglio 2016 e non prima. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino