Italicum, Renzi va di fretta Napolitano lo richiama: servono percorsi condivisi

Italicum, Renzi va di fretta Napolitano lo richiama: servono percorsi condivisi
ROMA - Ottenuto bene o male il via libera al Jobs Act, Matteo Renzi vuole bruciare i tempi sulla riforma elettorale e istituzionale. «Tra dicembre e gennaio chiudiamo»,...

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ROMA - Ottenuto bene o male il via libera al Jobs Act, Matteo Renzi vuole bruciare i tempi sulla riforma elettorale e istituzionale. «Tra dicembre e gennaio chiudiamo», assicura il premier. Ma il Colle gli chiede precise garanzie, in un lungo incontro al quale Renzi si presenta con la ministra delle riforme, Maria Elena Boschi. Napolitano è preoccupato della tenuta del quadro politico e snocciola precise raccomandazioni: non che non gli vada bene la volontà di chiudere presto, dopotutto lui ha legato l'accettazione del suo secondo mandato proprio alle riforme, ma il presidente ricorda a Renzi che sulle riforme istituzionali ed elettorali servono «percorsi condivisi». Napolitano suggerisce al premier di tenere in considerazione «le preoccupazioni delle diverse forze politiche soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra riforma elettorale e riforme costituzionali». Il presidente avrebbe ribadito anche la necessità di dissipare i timori di quanti leggono nella fretta renziana sull'Italicum il preannuncio di elezioni anticipate. Serve stabilità politica, avrebbe detto, per completare il quadro delle riforme: legge elettorale e rifora del Senato non possono che viaggiare appaiate e sostenute da un ampio accordo politico.

Il premier avrebbe risposto a Napolitano minimizzando le preoccupazioni che le tensioni in Pd e in Fi possano frenare «un percorso condiviso» sulle riforme, e avrebbe garantito sulla sua intenzione di arrivare con la legislatura al 2018 «se il Parlamento fa le riforme». E si è detto «tranquillo» sulla possibilità di mettere a segno le riforme nonostante la situazione di un Parlamento che nel voto finale sul Jobs Act, è parso balcanizzato, tra le opposizioni che hanno lasciato l'aula al momento del voto finale e il Pd lacerato tra i 30 che non hanno votato la legge e i tanti sì "sofferti".

«Il governo considera possibile e condivisibile seguire l'iter delle riforme con un ampio arco di forze politiche», si legge nella nota diramata dal Colle al termine dell'incontro. Il premier, anzi, è convinto di poter realizzare un «percorso che tenga conto di preoccupazioni di diverse forze politiche». Per Renzi, dunque, l'intesa sulla legge elettorale, nonostante molti punti siano ancora aperti, dai capilista bloccati alla clausola di salvaguardia, «è ad un passo». Ma, al di là dei nodi tecnici, la vera paura che frena i partiti è che l'obiettivo del premier sia approvare l'Italicum per tornare al voto. Un'ipotesi che Renzi nega, pur legandolo ad una condizione: «Se il Parlamento fa le leggi lavorando, come sta facendo, il sabato e la domenica, e se raggiunge gli obiettivi fissati, arriverà alla scadenza naturale del 2018».
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Il Gazzettino