Italia Nostra al Governo: «Navi fuori dalla laguna»

Italia Nostra al Governo: «Navi fuori dalla laguna»
GRANDI NAVIVENEZIA Le dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture e i conseguenti commenti del sindaco e del presidente dell'Autorità di sistema portuale non sono piaciuti...

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GRANDI NAVI
VENEZIA Le dichiarazioni del ministro alle Infrastrutture e i conseguenti commenti del sindaco e del presidente dell'Autorità di sistema portuale non sono piaciuti affatto a Italia Nostra. Anzi, l'associazione ambientalista giunta a questo punto chiede - per mezzo del presidente nazionale Oreste Rutigliano - al Governo l'estromissione totale delle grandi navi dalla laguna, dicendo no al ripristino funzionale del canale Vittorio Emanuele e no al mantenimento della Marittima come terminal crocieristico delle navi cui siamo ormai abituati. Quindi, qui a Venezia dovrebbero rimanere solo le navi al massimo da 40mila tonnellate di stazza lorda e lo stesso porto dovrebbe essere inquadrato in un'ottica di razionalizzazione dei porti dell'Alto Adriatico, ciascuno con le sue specialità.

«In questo modo - spiega Rutigliano - si possono spostare le navi da crociera in porti compatibili con le dimensioni sempre crescenti di queste e non a Venezia, dove gli interessi economici di pochi sembrano soffocare gli interessi di Venezia».
Anche le navi, e lo si è visto anche negli ultimi giorni, costituiscono una forma di turismo di massa, che il più delle volte visita la città come le orde dei villeggianti balneari: in fila dietro l'accompagnatore, souvenir da due soldi e di nuovo a bordo per il pranzo già compreso nel prezzo. Tuttavia, pensare che allontanandole si allontanerebbero anche i loro passeggeri pare utopistico, dato che le crociere in Adriatico hanno senso se c'è Venezia. Basti vedere quante crociere hanno Trieste o Ravenna come capolinea.
Cosa chiede dunque Italia Nostra?
«Gli studi sulla compatibilità del crocierismo in laguna non sono mai stati realizzati - aggiunge il presidente Rutigliano - e dovrebbero essere affidati a enti pubblici deputati alla ricerca. Poi, secondo il Piano morfologico del 1993 non si devono scavare i fondali della laguna. Inoltre ogni opera, a norma di legge speciale, dovrebbe essere graduale, sperimentale e reversibile».
Dopo di che, Italia Nostra sposa, se necessario, il progetto di porto galleggiante in bocca di porto del Lido ancorato all'isola artificiale del Mose, firmato da un team di docenti Iuav e sostenuto dal Comune di Mira.

«Noi siamo per l'opzione zero, che non significa rinunciare alla portualità turistica - conclude - ma accogliere solo navi compatibili. Eventualmente, siamo per fermare le navi fino a 97mila tonnellate in bocca di porto del Lido, a ridosso del Mose».
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Il Gazzettino