ISTRUZIONE UDINE Il Friuli Venezia Giulia già sette anni fa era lì

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UDINE Il Friuli Venezia Giulia già sette anni fa era lì lì per raggiugere l'obiettivo europeo di dispersione scolastica o abbandono precoce dai banchi al 10% della popolazione tra i 15 e i 24 anni, presentando una media del 10,4 per cento.

Tuttavia, trattandosi di media, le differenze all'interno della regione sono significative: a svettare sono le aree montane, con Tramonti di Sopra che arriva al 33,1% e Tramonti di Sotto al 21%. Non va meglio a Ligosullo, addirittura al 37,5%. Non si salvano però del tutto neppure i capoluoghi, tutti leggermente sopra l'obiettivo europeo (dall'11,9% di Pordenone all'11,5% di Trieste e Udine), con la sola eccezione di Gorizia, che aveva già incassato il 10%.
È lo spaccato, seppure con dati non recentissimi, ma compiuto, che ha offerto Openpolis, l'Osservatorio civico della politica italiana che si occupa di accesso ai dati pubblici. L'intento è quello di proporre una fotografia organizzata del fenomeno di difficile misurazione, afferma l'osservatorio nella nota che accompagna i dati Comune per Comune di ogni regione e relativi al Censimento 2018 -, mettendo a disposizione i numeri con l'intento di poterli analizzare in relazione con altri dataset di fonte pubblica, per creare un'unica banca dati territoriale sui servizi a livello comunale e sub-comunale.
Il Fvg presenta comunque una condizione a macchia di leopardo, con la montagna che in genere ha percentuali alte di abbondono ben sopra il 14% che è la media italiana riferita al 2017 (fonte Eurostat) e alcune aree del goriziano e della provincia di Trieste che si presentano con abbandoni da percentuale fisiologica: Dolegnano del Collio 2,4%, Mossa 4,9, Sgonico 4,3, Monrupino e Duino a 4,9 per cento. A Barcis, invece, si arriva al 25% e percentuale elevata si ha anche a Erto e Casso (17%).
Tuttavia, non sono solo le aree di montagna a risentire del fenomeno. Ci sono alcuni casi anche nel cuore del Friuli che rivelano dati significativi, probabilmente dettate dalle opportunità di lavoro offerte dal territorio.
È il caso di Osoppo con un 18,2% di ragazzi e giovani tra i 15 e i 24 anni con licenza media che non frequenta un regolare corso di studi e/o formazione professionale. Se Martignacco, San Daniele e Rive d'Arcano nel Friuli centrale si attestano attorno al 7%, quindi già ben al di sotto dell'obiettivo fissato dall'Europa, Marano arriva al 18% e Lignano al 15,3 per cento. Anche Pasiano di Pordenone (14%) e San Giorgio della Richinvelda (14,5%) si collocano al di sopra della media regionale e in linea con il resto d'Italia.
I numeri, però, avverte Openpolis non dicono tutto, poiché la limitatezza dei diversi indicatori, sottolineata in letteratura, rende difficile inquadrare la materia all'interno dei confini esatti. Gli stessi Stati membri della Ue, lamenta l'Osservatorio, generalmente non indagano in modo sistematico sulle cause che portano all'abbandono. In sostanza, molti Paesi producono dati statistici sull'abbandono precoce e relativamente pochi raccolgono informazioni qualitative che possano aiutare a capire le cause che portano a tale decisione.

Tuttavia, nella nota che accompagna i dati, Openpolis evidenzia che la condizione socio-economica della famiglia ha un ruolo chiave, anche se accanto alle ragioni individuali si possono scorgere motivazioni più generali, prima fra tutte l'offerta economica del territorio. Comunque la condizione socio-economica degli studenti pare esercitare l'influenza più forte sulla probabilità dell'abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione rispetto ad altri fattori. Il punto è, conclude Openpolis, che c'è un paradosso dietro gli abbandoni per cause economiche. La Commissione Ue ha certificato, infatti, che il tasso di disoccupazione tra i giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi è del 41 per cento a livello europeo.
Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino