Fiducia. Ottimismo. Prospettive positive. Non sono solo parole d'augurio per l'anno che verrà, ma la certificazione da parte dell'Istat che qualcosa nell'economia italiana si...
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«L'Italia», spiega Gregorio De Felice, capo economista di Intesa San Paolo, «sta viaggiando ad una velocità di crociera dell'1%. Il punto più rilevante che emerge dagli ultimi dati», aggiunge, «è il passaggio di testimone dalla domanda interna a quella estera». Se nel corso del 2016 la crescita italiana era stata sostenuta soprattutto dai consumi delle famiglie, adesso la spinta inizia ad arrivare soprattutto dalle esportazioni. Questo dato emerge con una certa chiarezza anche dalla nota mensile dell'Istat. Se è vero infatti, che nel mese di ottobre le vendite al dettaglio sono aumentate a livello congiunturale dell'1,2%, è anche vero che nel trimestre che va ad agosto ad ottobre il dato è negativo delo 0,2%. A migliorare sono invece i flussi commerciali verso i Paesi extra europei, saliti del 3,4%. Per questo c'è una doppia spiegazione. «Da un lato», sottolinea ancora De Felice, «dipende dall'andamento positivo dell'economia americana, e dall'altro dalla ripresa del prezzo del petrolio che ha risollevato le importazioni da parte dei Paesi emergenti». Sull'anno che sta per arrivare restano, comunque, una serie di incognite. A partire dalle elezioni politiche in Francia e Germania, senza tralasciare gli sviluppi della situazione politica italiana. Bisognerà capire quanto questi avvenimenti peseranno sulle scelte di investimento delle imprese, il vero driver di una ripresa solida. Domani entreranno in vigore le norme su «Industria 4.0», il piano voluto dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda per spingere le imprese a investire puntando anche sulla leva fiscale attraverso i super-ammortamenti. Basterà? Si vedrà. Intanto un'indagine fatta da Intesa San Paolo su 140 mila imprese clienti ha rivelato come a pesare sulle scelte di investimento dei prossimi mesi saranno soprattutto due fattori. Il primo è l'andamento, incerto, della domanda. Il secondo l'eccesso di burocrazia. Segno che sulle riforme il cammino da fare è ancora lungo.
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Il Gazzettino