Isola di detriti sotto il ponte del Po

Isola di detriti sotto il ponte del Po
ADRIA L'isolotto sotto il ponte sul Po preoccupa gli abitanti di Bottrighe e dei paesi limitrofi. Le istanze del territorio, vengono raccolte dalla lista civica Ora Cambia. «Già...

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ADRIA
L'isolotto sotto il ponte sul Po preoccupa gli abitanti di Bottrighe e dei paesi limitrofi. Le istanze del territorio, vengono raccolte dalla lista civica Ora Cambia. «Già da molti anni - precisa il portavoce Alberto Bergo - noi denunciamo che l'isola formatasi al centro dell'alveo del fiume Po potrebbe causare molti problemi con le piene. L'isola si sviluppa da sotto il ponte intitolato alla Brigata Cremona, a valle di Bottrighe, e si espande per duecento metri con una larghezza di cinquanta. Inoltre, è in progressiva crescita. La stessa vegetazione nata spontaneamente si sta facendo sempre più folta».

Bergo ha consultato dei tecnici: «Le risposte fornite - spiega - non sono state rassicuranti. Non è un problema di poco conto per il normale flusso delle acque. Da una ventina di giorni, cioè da quando sono cominciate le intense precipitazioni in tutto il Nord Italia, è un susseguirsi di piene ancora nella normalità, ma ci chiediamo cosa succederebbe se arrivasse una piena eccezionale, cosa del resto probabile visti i cambiamenti climatici. Quali potrebbero essere le conseguenze?».
RISCHIO ALLUVIONI
Il riferimento più immediato è all'alluvione del 14 novembre 1951 e al ricordo di quei giorni di dolore e distruzione. «In questi giorni di piene - precisa Bergo - si rinnovano le ansie e le paure fra la gente di questo territorio. La sicurezza idraulica del più grande fiume italiano è sempre stata un problema».
Bergo fa la cronistoria delle alluvioni nel Polesine partendo dalla rotta di Ficarolo del XII secolo che divise in due il territorio delle Corbole, distruggendo in parte la Corbola veneta (Bottrighe) formando il ramo principale del Po di Venezia. «Nel secolo XVI il fiume uscì ben 16 volte - puntualizza - mentre nell'autunno del 1772 straripò a Panarella. Nell'ottobre 1772 ruppe gli argini a Papozze. L'acqua allagò tutto il territorio da Polesella al mare. Nel 1839 il Po per ben tre volte rinnovò consecutivamente la sua piena raggiungendo i 2.35 metri di altezza sopra la guardia. Il 4 ottobre 1882 oltre al Po, la zona venne sommersa anche dalla rottura dell'Adige. Bottrighe rimase allagata per quasi cinque mesi. Non vogliamo neanche pensare che a causa dell'isola il Po dovesse tracimare o rompere gli argini a Bottrighe. Lo scenario sarebbe apocalittico».
LO SCENARIO

Bottrighe sparirebbe con Mazzorno Sinistro, Panarella, Bellombra, Papozze e Adria. «Pensiamo pertanto che occorra un'opera urgente di dragaggio - conclude Bergo - per liberando l'alveo, restituendo al fiume la sua piena portata. Invitiamo gli organi preposti, le autorità regionali, provinciali, l'Aipo, e da ultima l'amministrazione di Adria, a intervenire per risolvere il problema. Non sono ancora stati costruiti, inoltre, gli svincoli per l'accesso al ponte, che servirebbero per la sicurezza in caso di calamità ma anche per il collegamento fra le popolazioni del territorio della sinistra e della destra del fiume. Per noi, il compito di un ponte è quello di avvicinare le comunità e non di allontanarle, come solo nel nostro Polesine, trascurato e abbandonato, succede. Gli svincoli di sicurezza sono già stati progettati e promessi sia dal Comune di Adria che dalla Regione Veneto ma non sono mai stati realizzati».
Guido Fraccon
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Il Gazzettino