Islam e integralismi visto dai più giovani

Islam e integralismi visto dai più giovani
PORDENONE - (v.s.) L'Islam diviso tra la libertà di professare una religione e le derive integraliste che sempre più minacciano gli sforzi di integrazione tra le diverse...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PORDENONE - (v.s.) L'Islam diviso tra la libertà di professare una religione e le derive integraliste che sempre più minacciano gli sforzi di integrazione tra le diverse comunità. "Non in nome mio. Diritto alle religioni libertà di pensiero e diritti umani" è il tema del dibattito organizzato dal Circolo Sel "Thomas Sankara" di Pordenone e in programma lunedì alle 21 nella sala Pertini di viale Martelli 49 (palazzina ingresso ex cotonificio). Un incontro proiettato al futuro per meglio comprendere quali siano gli sforzi e gli obiettivi sia per le comunità islamiche che risiedono in provincia sia per il territorio che le ospita.

Parteciperanno all'incontro Soumia Erraji, mediatrice culturale e rappresentante dell'associazione giovani Musulmani (oltre che figlia dell'Imam Ahmed Erraji), Sebastiano Badin responsabile del gruppo Giovani Sel di Pordenone, modererà Said Chaibi capogruppo consiliare del Comune di Treviso, introdurrà Richael Gyapong coordinatrice del circolo Sankara. «Auspichiamo che questo dibattito possa essere l'occasione perché giunga una netta e chiara presa di distanza da una visione della religione intesa come esclusiva e che comprime i credi di altre persone ed i loro diritti umani» spiega Gyapong. L'intenzione è di riuscire ad arrivare a un confronto autentico tra giovani, coloro che «vivono in prima persona una contraddizione tra un loro credo religioso e le azioni che altre persone ispirandosi al medesimo credo stanno compiendo».
L'appuntamento originariamente era stato rivolto ai rappresentanti del Centro islamico di Pordenone con l'invito a confrontarsi su alcune questioni ancora irrisolte (dalla pubblica presa di posizione verso il Califfato di Al-Baghdadi, alla questione femminile) e che rischiano di minare gli sforzi fin qui sostenuti per promuovere l'integrazione. Un appuntamento che i responsabili del Centro hanno declinato la partecipazione all'incontro a causa della complessa situazione in cui si trova in questo momento la comunità pordenonese, divisa al suo interno per una divergenza di rappresentanza.

Da un lato c'è il direttivo «storico» che da una decina di anni governa il Centro, dall'altro alcune centinaia di musulmani che hanno sottoscritto un appello in favore dell'attuale Imam Ahmed Erraji. Una spaccatura che probabilmente riflette una divergenza tra posizioni religiose più o meno moderate.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino