Irina non è stata ammazzata lì

Irina non è stata ammazzata lì
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L'ha strangolata. Non erano bastati i colpi inferti sulla testa. Mihail ha finito Irina stringendole le mani al collo per diversi minuti fino a soffocarla. L'ha guardata negli occhi mentre moriva. La conferma arriva dall'autopsia sulla salma di Irina Bacal eseguita ieri pomeriggio dall'anatomopatologo Alberto Furlanetto, affiancato dal dottor Giulio Lorenzini di Pordenone, consulente di parte della difesa di Mihail Savciuc, e dalla dottoressa Alessandra Rossi di Padova, nominata dagli avvocati della famiglia Bacal.

SOFFOCATA - Asfissia violenta da compressione delle vie aeree dall'esterno recita la perizia, che fissa un punto fermo sul barbaro assassinio della 20enne moldava uccisa perché incinta dall'ex fidanzato. Stando alla prima ricostruzione Mihail avrebbe stretto a lungo le mani sul collo dell'ex fidanzata per essere sicuro che fosse morta.
LA GRAVIDANZA - Il feto che portava in grembo Irina Bacal era ben sviluppato. La 20enne era incinta da almeno 25 settimane, e aspettava un maschietto. Era troppo tardi per abortire e quando ha detto a Mihail che non poteva più interrompere la gravidanza e che lui si sarebbe dovuto assumere le sue responsabilità ha scatenato la reazione violenta dell'ex fidanzato, con il quale aveva rotto lo scorso settembre.
I COLPI DI PIETRA - Irina aveva il cranio sfondato quando è stata rinvenuta mercoledì notte dalla polizia. I colpi non ne hanno causato la morte, ma sono stati violentissimi e ripetuti. La maggior parte delle lesioni, ma non tutte, sarebbero compatibili con una pietra, quella di cui si sarebbe disfatto Mihail dopo il delitto. Altre però, specie una sul volto, potrebbero essere state inferte con un altro oggetto, non ancora individuato. Il medico legale non ha inoltre chiarito del tutto, per farlo si dovrà aspettare l'esito degli esami di laboratorio, se alcuni di quegli stessi colpi siano stati assestati prima o dopo la morte della ragazza.
LA REAZIONE - Quel che è certo è che Irina non ha avuto modo di difendersi. Non ha potuto far nulla per respingere Mihail quando l'ha sopraffatta. È stata stordita con una pietra sul capo e poi è stata strozzata senza riuscire a divincolarsi.

TRASCINATA - Sul corpo di Irina sono stati riscontrati dei segni che indicherebbero un trascinamento. L'omicidio, dunque, non sarebbe consumato nel punto esatto in cui il corpo di Irina è stato ritrovato mercoledì sera, nel vialetto accanto al fiume in via Manzana a Formeniga, dove Savciuc ha condotto gli investigatori dopo aver confessato l'omicidio. La 20enne è stata trascinata per le caviglie. L'assassinio potrebbe essere stato perpetrato a pochi metri di distanza, magari vicino alla macchina di Mihail, oppure in tutt'altro luogo. Quest'ultimo è uno dei punti di domanda principali sui quali si stanno concentrando in questi giorni le indagini della procura, che in base alle informazioni fornite dalla relazione conclusiva sull'autopsia, potrebbe contestare a Savciuc l'aggravante della crudeltà.
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Il Gazzettino