FELTRE - Non ha dormito un attimo la notte dopo il recupero, continuava a pensare a quel ragazzo. A quei resti. «Stanotte continuavo a pensarci», racconta Enrico Rech, il 35enne...
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La passione di Enrico Rech, 35 anni disoccupato, per i cimeli di guerra è nata praticamente con lui. «Sono feltrino - risponde - è nel nostro Dna, siamo praticamente vissuti con la guerra. E la passione la ho sempre avuta. Poi 5 anni fa ho fatto il patentino ufficiale e mi sono iscritto all'albo».
Rech ha frequentato il Liceo Artistico di Treviso. «Ho studiato anatomia, ma non capita tutti il giorni di trovare ossa», dice il recuperante. Rech racconta che venerdì è salito sul Grappa per le sue ricerche. «Ho tirato fuori un po' di cuoio - spiega - e ho trovato qualche pezzo di vertebra. A quel punto ho subito sospeso e sono tornato giù per segnalare ai carabinieri l'accaduto». «È stato un caso fortuito - prosegue - perché in quella zona non c'è un cimitero, il militare è stato probabilmente vittima di un assalto fallito. Lui è arrivato a dieci metri dalle postazioni austriache: molto probabilmente lì è stato colpito e poi sepolto velocemente. Non era austriaco e per gli italiani si facevano scavi di fortuna. Qualcuno ha scavato 40 centimetri di terra e poi ha trovato la roccia pura e lo ha lasciato lì». E lì è stato ritrovato dopo 100 anni.
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Il Gazzettino