«Infiltrazioni? Nelle aziende più grandi, non nelle nostre»

«Infiltrazioni? Nelle aziende più grandi, non nelle nostre»
«Non abbiamo sentore di infiltrazioni mafiose nelle nostre aziende artigiane. Sto parlando di micro o piccole realtà sotto i 20 addetti. Gente che conosciamo bene. Secondo me il...

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«Non abbiamo sentore di infiltrazioni mafiose nelle nostre aziende artigiane. Sto parlando di micro o piccole realtà sotto i 20 addetti. Gente che conosciamo bene. Secondo me il fenomeno colpisce aziende più grandi».

Agostino Bonomo è il presidente della Confartigiano del Veneto, associazione da oltre 63mila soci che copre capillarmente tutte le aree della regione: «Solo in provincia di Vicenza abbiamo 30 sedi. Riceviamo 48mila contatti al giorno, artigiani che ci telefonano o vengono a trovare per avere informazioni. Curiamo i loro bilanci, facciamo le loro paghe, e non abbiamo mai avuto nessun sospetto che con qualcuna di queste aziende c'entrasse la mafia».
Il procuratore Antimafia Bruno Cherchi parla di omertà diffusa, di sfiducia verso lo Stato, del timore verso la criminalità organizzata. Non è che i vostri imprenditori abbiano paura a confidarsi con voi?
«Non credo proprio. Guardi, da noi vengono a denunciare i casi di abusivismo, i laboratori dei cinesi in nero, anche bandi pubblici fatti male che sembrano fatti apposta per far vincere qualcuno. E noi regolarmente segnaliamo la cosa alle forze dell'ordine. Spesso i blitz della polizia nei laboratori cinesi illegali scaturiscono proprio da nostre denunce. Quindi i nostri artigiani non hanno paura di confidarsi con noi, ma di mafia non ci ha mai parlato nessuno. Il primo a segnalarci casi di questo genere l'anno scorso è stato il colonnello Crescenzo Sciaraffa, capo della Guardia di Finanza di Vicenza».
E l'usura?
«In Veneto questo fenomeno è molto meno rilevante che in altre regioni anche limitrofe, perché abbiamo i consorzi di garanzia collettiva che sopperiscono ai problemi di credito delle aziende. Strutture che danno anche consulenza finanziaria per rendere l'azienda di nuovo bancabile. Certo, il rischio di usura c'è. A Vicenza ci sono in media una decina di interventi all'anno del fondo antiusura, che ha in dote un milione di euro. Purtroppo non viene utilizzato pienamente, si potrebbero fare il doppio degli interventi. Le norme sono troppo complicate e serve sempre una banca di supporto, quando sono proprio loro che bloccano il credito».
Rischio usura ma niente mafia, possibile?
«I nostri problemi col credito derivano soprattutto dalla crisi delle Popolari e dal fatto che abbiamo fatto sempre troppo ricorso al credito bancario. I casi di crisi che vedo io sono dovuti a scarsa imprenditorialità».
Ma siete pronti a collaborare con la Procura antimafia e le forze dell'ordine?
«Raddoppieremo l'attenzione su questo fenomeno».

Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino