«Infermo di mente», chiesti 6 anni per l'omicidio

«Infermo di mente», chiesti 6 anni per l'omicidio
MIRAUna condanna per omicidio attenuata a poco più di 6 anni, vista la parziale infermità di mente dell'imputato. L'ha chiesta ieri il pubblico ministero Giorgio Gava per...

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MIRA
Una condanna per omicidio attenuata a poco più di 6 anni, vista la parziale infermità di mente dell'imputato. L'ha chiesta ieri il pubblico ministero Giorgio Gava per Georgian Bejenaru, il ventinovenne di nazionalità romena accusato di aver ucciso con un coltello il connazionale con il quale condivideva l'appartamento, a Mira, Gheorghe Suta, 36 anni. Il processo si sta celebrando davanti al giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Andrea Battistuzzi. E molto ruota proprio attorno alle condizioni mentali dell'imputato che, stando alla perizia disposta del giudice, soffre di una seminfermità di mente. In particolare di un disturbo psicotico delirante che può scatenarsi in momenti di particolare stress. Quello che deve essere successo all'alba del 9 marzo del 2018 in quell'appartamento di Mira. In preda a un delirio di persecuzione, Bejenaru afferrò un coltello da cucina e lo conficcò nella gola di Satu, che probabilmente stava ancora dormendo, non oppose resistenza e morì nel giro di pochi minuti.

Ieri in udienza il pm Gava ha sostenuto la parziale infermità di mente dell'imputato e chiesto per questo la sua condanna a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni, nonché la successiva collocazione in una struttura residenziale psichiatrica. Per la difesa l'avvocato Marianna De Giudice ha, invece, chiesto il riconoscimento dell'infermità di mente totale e quindi la non punibilità del suo assistito. Opposta la richiesta dell'avvocato di parte civile, costituitosi per i familiari della vittima, secondo cui Bejenaru era capace di intendere e volere e aveva premeditato l'omicidio. La decisione ora tocca al gip Battistuzzi che ha rinviato l'udienza al 25 luglio per eventuali repliche e la lettura della sentenza.

L'omicidio di Satu, conosciuto come un gran lavoratore, aveva scosso Mira. Qui l'uomo aveva affittato l'appartamento in via Mar Mediterraneo per venire a vivere con moglie e figlio. Dopo un primo periodo, però, la donna aveva preferito tornare in patria con il piccolo e Satu, per dividere le spese, aveva accolto in casa due connazionali e colleghi, di cui era capo alla Fincantieri: Bejenaru e suo cognato. Una convivenza che era diventata con il tempo sempre più litigiosa, anche la sera prima dell'omicidio c'era state delle discussioni. Poi, nella notte, la coltellata fatale.
(r. b.)
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Il Gazzettino