Infermiere si lancia dal balcone col figlio di tre anni in braccio

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PAVIA - La strada seguita dalla difesa di Alberto Stasi per cercare di ottenere una riapertura del caso sul delitto di Garlasco non è contemplata dai nostri codici. E così, in assenza di una richiesta da parte di chi ne è «legittimato», la Corte d'Appello di Brescia rigetta «la revisione della sentenza irrevocabile di condanna» a 16 anni per l'ex bocconiano accusato dell'omicidio di Chiara Poggi, la fidanzata uccisa il 13 agosto 2007. E' fatta chiarezza sui passi del trentenne che sta scontando la pena in una cella a Bollate. La Procura generale ha solo trasmesso l'istanza difensiva alla Corte d'Appello e alla Procura di Pavia che ha aperto un fascicolo. La difesa proporrà ora una vera istanza di revisione a Brescia. Col deposito alla magistratura milanese delle risultanze delle indagini difensive sono stati gli stessi legali di Alberto a ritenere «necessari ulteriori accertamenti sull'omicidio reputando gli elementi raccolti dai loro 007 non sufficienti per la revisione. In base alle analisi di un consulente di parte, il biologo Linarello, c'è compatibilità fra il Dna estrapolato dalle unghie di Chiara e quello di Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima, giovane che frequentava la villetta di via Pascoli e che ora è indagato.

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Il Gazzettino