Incroci pericolosi sull'ex Palace

Incroci pericolosi sull'ex Palace
Non ci sono ipotesi di reato e le verifiche della Procura sono in corso. Ma le ombre sulla vicenda della compravendita dell'ex Disco Palace di Nervesa, avvenuta utilizzando i...

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Non ci sono ipotesi di reato e le verifiche della Procura sono in corso. Ma le ombre sulla vicenda della compravendita dell'ex Disco Palace di Nervesa, avvenuta utilizzando i fondi della Regione destinati al sociale, continuano a moltiplicarsi. I legami tra tutti i personaggi coinvolti non mancano. Del resto lo stesso ex assessore Remo Sernagiotto non ha mai fatto mistero di conoscere da tempo sia l'ex proprietario della discoteca Giancarlo Baldissin sia Mario Modolo, arrivato in Regione con lui e diventato poi direttore del settore servizi sociali. Ed è stato proprio Modolo a istituire la pratica per la concessione del finanziamento da 3,4 milioni al progetto presentato dalla cooperativa Ca' della Robinia, passato comunque al vaglio di una commissione tecnica. Soldi poi serviti ad acquistare l'ex discoteca da Baldissin per avviarne la ristrutturazione.

E Modolo, che in gioventù è stato anche pr del Disco Palace, ha un passato politico strettamente legato a Sernagiotto, cosa del resto facilmente riscontrabile anche dal suo profilo Facebook, dove le foto dell'ex assessore e ora europarlamentare compaiono di frequente. Negli anni scorsi Modolo ha anche partecipato alla macchina organizzativa per allestire le grandi convention del centrodestra organizzate da Sernagiotto a Cortina. E una foto scattata in una di quelle occasioni lo mostra in un gruppo sorridente dove spicca anche Selene Bailo, la figlia di Bruna Milanese e già amministratrice di Ca' della Robinia. Senza contare che Modolo, Baldissin e Sernagiotto, con quote diverse, sono soci dell'immobiliare "Airone Blu", proprietaria della "Country House di Giavera", la casa della politica voluta dall'ex assessore per cementare la sua corrente.
Tutto questo non ha fatto altro che scatenare chi da sempre contesta la gestione di Sernagiotto di un settore delicato come il sociale. Diego Bottacin attacca: «C'era una consuetudine politica strutturata tra il proprietario dell'immobile, la cooperativa, il dirigente che ha istituito l'istruttoria e l'assessore che si è inventato una nuova formula di finanziamento del sociale. Senza contare che, a quanto traspare, il proprietario dell'immobile pare essere stato presidente della cooperativa fino a quando non è stato sicuro di avere il finanziamento, poi si è dimesso. È vero che Zaia ha fatto la segnalazione alla Procura, ma bisognerebbe pensare alla Regione come a un palazzo di cristallo prima che avvengano queste cose e non dopo».

Altrettanto dura è la senatrice Puppato: «Il sistema Sernagiotto lo conosciamo bene», ironizza. Poi incalza: «Dopo il caso di Chisso, di Galan, di Isi Coppola, abbiamo il caso di Sernagiotto: ancora una volta Zaia si è accorto tardi e quando i buoi sono già scappati si è messo a chiudere le porte».(((caliap))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino