In ricordo di Longo

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Faceva freddo quella mattina del novembre 1968. Un centinaio di docenti precari contestano il concorso abilitante di fronte ad un istituto di Mestre. Mario Quaranta riesce, assieme ad altri colleghi, a portar fuori il testo dell' esame che subito viene reso pubblico, tramite megafono. Il concorso viene annullato. La Polizia interviene e alcuni di noi, me compreso, finiscono in Questura. Dopo qualche anno andammo a processo. Non mi presentai. Così mi consigliarmi gli avvocati e fuori dichiarato contumace.

Ero precario di Educazione fisica. Per essere assunto dovevo presentare il certificato di buona condotta. Lo chiesi al Tribunale, ma non mi fu rilasciato. Non avevo il Casellario giudiziario pulito. Per me era la disoccupazione certa, con serie ricadute sulla mia famiglia. Correva l' anno scolastico 1974- 75. Non so come venne in mente, a me, rivoluzionario marxista-leninista extraparlamentare, di rivolgermi a Giorgio Longo allora sindaco di Venezia. Lo conoscevo solo di vista. Mi stavo recando, alle otto di mattina, in Municipio, per chiedergli un colloquio. Fortuna volle che lo incontrarsi in campo S. Luca. «Buongiorno signor sindaco!». «Buongiorno! », rispose. Gli spiegai la situazione. Mi disse: «Venga su con me. Il certificato glielo faccio io! ». Lo ringraziai e tornai ad insegnare. In questi giorni Venezia ricorda la sua figura di uomo e di sindaco. Voglio farlo anch'io: grazie Giorgio Longo.
Ivo Papadia
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Il Gazzettino