IN MONTAGNA BELLUNO Dopo la brusca chiusura del 10 marzo, resa obbligatoria dal

IN MONTAGNA BELLUNO Dopo la brusca chiusura del 10 marzo, resa obbligatoria dal
IN MONTAGNABELLUNO Dopo la brusca chiusura del 10 marzo, resa obbligatoria dal Dpcm che di fatto ha decretato la fine anticipata della stagione invernale, gli impianti di risalita...

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IN MONTAGNA
BELLUNO Dopo la brusca chiusura del 10 marzo, resa obbligatoria dal Dpcm che di fatto ha decretato la fine anticipata della stagione invernale, gli impianti di risalita stanno per tornare a girare. Dolomiti Superski ha infatti annunciato l'avvio di Dolomiti SuperSummer, l'iniziativa che prevede l'attivazione nella bella stagione delle funivie, seggiovie e cabinovie che in inverno portano in quota gli sciatori. Sarà la funivia del Lagazuoi, sul Passo Falzarego ad aprire le danze per prima, il 30 maggio. Dal weekend successivo toccherà man mano alle altre vallate del consorzio che unisce i 12 principali comprensori di Veneto, Trentino e Alto Adige.

LE PRECAUZIONI
Si ricomincia quindi ad accendere gli impianti, seppur l'emergenza non sia terminata e saranno molte le precauzioni da adottare per garantire il rispetto delle norme e la sicurezza delle persone trasportate. «La fruizione degli impianti di risalita di Dolomiti SuperSummer dicono dagli uffici di Dolomiti Superski - sarà garantita, rispettando le direttive di sicurezza sanitaria personale, emanate dal Governo italiano, nonché dalle Province Autonome di Bolzano, Trento e dalla Regione Veneto. Sono pertanto previste operazioni di areazione e disinfezione dei veicoli funiviari, la messa a disposizione di liquidi disinfettanti per le mani in diversi punti degli impianti di risalita, nonché le indicazioni relative alle norme di comportamento e distanziamento sociale». «Sul versante bellunese del territorio dolomitico spiega Renzo Minella, presidente di Anef Veneto, l'associazione degli imprenditori funiviari - verrà messo in atto quanto previsto dall'allegato 2 all'ordinanza regionale del 17 maggio 2020, il cui contenuto era stato definito dopo il confronto con noi impiantisti. La Regione ha interpretato e accettato le nostre indicazioni nel formulare le linee guida che andremo ad adottare». Quindi, al fine di evitare un incremento dei tempi di attesa in coda e, di conseguenza, del rischio di contagio, gli operatori degli impianti garantiranno la riduzione dei tempi di percorrenza applicando la massima velocità di trasporto consentita ed utilizzando contemporaneamente il maggior numero possibile di veicoli. Sarà inoltre necessario bilanciare l'affluenza con la portata, favorendo il più possibile la fluidità e la costante mobilità. In assenza di code il riempimento dei veicoli infatti si riduce automaticamente. Le cabinovie possono essere ben arieggiate e può essere garantito il costante ricambio di aria necessario a ridurre significativamente il rischio di contagio. Il problema non si pone sulle seggiovie, che si differenziano dalle cabinovie perché hanno veicoli aperti. L'eventuale cupola protettiva, che potrebbe anche essere bloccata aperta, lascia comunque una notevole circolazione d'aria. Su queste tipologie di impianto l'ipotesi di distanziare le sedute porrebbe invece problemi per il trasporto dei bambini che devono obbligatoriamente essere accompagnati.
IL DISTANZIAMENTO

Tra le precauzioni concrete da attuare c'è l'obbligo del distanziamento fisico di almeno 1 metro tra le persone in tutte le fasi preparatorie al trasporto (transito dal parcheggio, coda alla cassa, coda ai tornelli, accesso alla stazione di partenza, sala d'aspetto, ecc.). Poi ci sarà l'obbligo di utilizzare la mascherina chirurgica (scaldacollo o passamontagna che coprano naso e bocca potrebbero anche fungere da sostitutivi) e quello di utilizzare guanti monouso. Andranno inoltre indossati cappello e occhiali. Sarà anche necessario igienizzare giornalmente le cabine e pulire il pavimento con candeggina».
Andrea Ciprian
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino