In cella da mesi: patteggia la maitresse cinese

In cella da mesi: patteggia la maitresse cinese
LA SENTENZABELLUNO Tre anni e mezzo. Tanto è costato il giro di affari che aveva messo su a Belluno QingQing Zheng, la 34enne cinese accusata di esercizio di una casa di...

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LA SENTENZA
BELLUNO Tre anni e mezzo. Tanto è costato il giro di affari che aveva messo su a Belluno QingQing Zheng, la 34enne cinese accusata di esercizio di una casa di prostituzione e di autoriciclaggio. La donna era in carcere a Venezia da quasi sei mesi, dopo il blitz di martedì 13 giugno, quando gli agenti della Mobile eseguirono l'ordinanza di carcerazione. Era la proprietaria del centro massaggi Tuina, di piazza De Luca a Nogarè, dove tre ragazze si vendevano e proponevano per prestazioni sessuali ai clienti. La vicenda si è conclusa in Tribunale a Belluno, di fronte al gup Elisabetta Scolozzi: il pm Simone Marcon ha dato il via libera a patteggiamento, che è stato formulato ieri. Assistita dallo studio legale dell'avvocato Bruno Alderuccio di Mestre ha ottenuto la pena di tre anni e 6 mesi.

È terminata così la rapida carriera di QingQing Zheng arrivata in Italia una decina di anni fa che ha scalato le tappe del mondo degli affari arrivando ad avere un centro massaggi tutto suo e diversi negozi a Treviso. E stava anche pensando di allargare i suoi affari e comprare un albergo a Mestre. Emerge dalle intercettazioni telefoniche in cui si informa: l'hotel costava 500mila euro e per lei non sembravano un problema, ma ha desistito quando ha compreso che c'erano da fare diversi lavori di ristrutturazione.

Scaltra e brava anche ad assumere altre identità: il centro Tuina era intestato a Zhuang Kelan e lei, da quanto emerso, avrebbe girato spesso anche con quella carta di identità. I prezzario andava dai 30 euro per un massaggio completo, ovvero con le mani della ragazza cinese sulle parti intime, ai 60 euro per quello a 4 mani. Infine costava 70 la prestazione in vasca idromassaggio. Al lavoro nel centro bellunese tre ragazze cinesi, che erano in Italia regolarmente. Regolare sul territorio anche l'imprenditrice del sesso: aveva deciso di allargare i suoi affari aprendo una succursale a Belluno, dopo le attività che aveva a Treviso e Venezia. Ma la scelta alla fine gli si è ritorta contro: pensava che qui fosse tranquillo e non ci fossero controlli. Invece a inchiodarla immagini e prove inconfutabili. Nel certosino lavoro di indagine che hanno effettuato gli agenti della Mobile, sotto la guida del dirigente Maurizio Miscioscia, fondamentali anche le testimonianze dei clienti. Hanno parlato senza freni, pur di terminare il tutto nei tempi più brevi per evitare l'eventuale sospetto delle mogli. Il maxi-patrimonio della maitresse cinese e le migliaia di euro in contanti che le sono state trovate in casa era stato posto sotto sequestro.
Olivia Bonetti
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Il Gazzettino