IL CASOMESTRE Si chiamano funerali di povertà, se ne occupa direttamente il Comune quando la defunta o il defunto non avevano possibilità economiche e nemmeno parenti che possano pagare le...
Promo Flash
4,99€
per 1 anno
79,99€
Leggi questo articolo e tutto il sito
- oppure -
1€ al mese per 3 mesi Tutti i vantaggi:
- Tutti gli articoli del sito, anche da app
- Approfondimenti e aggiornamenti live
- Le newsletter esclusive
Sei già abbonato? ACCEDI
OFFERTA SPECIALE
MESTRE Si chiamano funerali di povertà, se ne occupa direttamente il Comune quando la defunta o il defunto non avevano possibilità economiche e nemmeno parenti che possano pagare le esequie.
Negli ultimi anni la media nel Comune di Venezia si è sempre aggirata sulla ventina all'anno, nel 2021 siamo già a quattro. Segno che il Covid, anche se dal Giappone dicono che le statistiche mostrano come il numero dei morti di normale influenza sia comunque maggiore di quelli per coronavirus, crea problemi e difficoltà in ogni settore. Probabilmente non è tanto il numero dei morti da cercare ma le conseguenze che le restrizioni, che durano ormai da un anno, stanno provocando nell'economia, nelle famiglie, nei singoli.
Ieri mattina Ingeborg Grimm è stata sepolta in uno dei campi del cimitero di Mestre dopo una cerimonia svoltasi nella chiesa di San Girolamo; avrebbe voluto essere crenata ma non lo aveva scritto e, senza l'autorizzazione di un parente, è vietato procedere alla cremazione. La donna aveva 87 anni e il suo corpo era conservato in una cella frigorifera dell'ospedale dell'Angelo ormai da due mesi, era mancata il 6 gennaio: era morta di Covid, nel conto corrente aveva poche centinaia di euro, non sufficienti per pagarsi il funerale, e nessun parente aveva reclamato il corpo.
«Ha una cognata a Bologna, l'ho chiamata ma, non portando il cognome Grimm, non si è interessata alla vicenda. Poi dovrebbe avere anche un parente a Berlino ma non siamo riusciti a contattarlo - racconta l'assessore Renato Boraso -. Per cui mi sono preso la responsabilità amministrativa, ma soprattutto sociale e umana, di organizzare il funerale e metterlo a carico del Comune. Perciò ringrazio della collaborazione e dell'aiuto don Gianni Bernardi e le suore di San Girolamo, l'impresa Lucarda, Veritas e l'Ufficio Stato Civile del Comune che hanno dato disponibilità per un trattamento di riguardo per queste situazioni di difficoltà».
Ingeborg era conosciuta a Mestre perché per anni era stata la titolare della trattoria alla Cuccagna di via Manin e delle stanze in affitto al primo piano dell'edificio: gestiva le due attività assieme al marito Lorenzo Furlanetto che è morto due anni fa di Alzheimer. Era rimasta sola come, del resto, era rimasto solo Giorgio Dorde Mandich, il senzatetto mestrino morto a 60 anni il mese scorso: al suo funerale c'era una grande folla di persone che lo avevano conosciuto quando bazzicava tra piazza Ferretto e la Casa dell'Ospitalità e, prima ancora, quando era un lagunare nella caserma Pepe del Lido. Il suo funerale, però, lo ha pagato il Comune (uno degli altri tre, oltre a quello di Ingeborg Grimm, coperto dal bilancio comunale in questo inizio di anno) perché tutti coloro che si dicevano suoi amici non hanno tirato fuori un centesimo.
Nel caso di Ingeborg l'assessore Boraso ha coinvolto gli amici della donna per farle un funerale come si deve: «Dopo tanti anni di onesto lavoro meritava un addio dignitoso, oltre che cristiano». (e.t.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino