In aula nascosta dal paravento: «Non voglio più vedere quell'uomo»

In aula nascosta dal paravento: «Non voglio più vedere quell'uomo»
Per due ore, quasi in lacrime e nascosta da un paravento (simile a quello utilizzato dai collaboratori di giustizia), ha ripercorso gli attimi di quella sera del 2 settembre...

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Per due ore, quasi in lacrime e nascosta da un paravento (simile a quello utilizzato dai collaboratori di giustizia), ha ripercorso gli attimi di quella sera del 2 settembre scorso, confermando le violenze subite e denunciate alla polizia. La 22enne marocchina, che si è costituita parte civile con l'avvocato Alessandra Nava chiedendo un risarcimento di 50mila euro, aveva infatti accettato di testimoniare ma aveva espressamente chiesto di non vedere più in faccia quello che accusa essere stato il suo aguzzino. Motivo per cui l'aula del tribunale è stata allestita come se a rispondere alle domande di accusa e difesa fosse stato un pentito. Alla sbarra, difeso dagli avvocati Gioia Barbato e Claudio Giannotta, c'era Yassine Bouchrajam, 39enne connazionale della presunta vittima accusato di aver picchiato e abusato della giovane all'interno del suo appartamento di via Pisa, prima di minacciare il suicidio di fronte agli agenti della polizia. L'uomo, che respinge le accusa, è chiamato a rispondere di violenza sessuale aggravata per aver commesso il fatto ai danni di una donna in stato di gravidanza, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Il capo d'imputazione, basato sulla denuncia della giovane, è dettagliato.
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Il Gazzettino