IN AULABELLUNO Nulla di fatto ieri nel processo che vede alla sbarra Piergiorgio Zorzi, 30enne veronese che uccise il padre. A Belluno deve rispondere di danneggiamento a seguito...
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BELLUNO Nulla di fatto ieri nel processo che vede alla sbarra Piergiorgio Zorzi, 30enne veronese che uccise il padre. A Belluno deve rispondere di danneggiamento a seguito di incendio nella cella dove era detenuto nella sezione di Articolazione tutela salute mentale del carcere di Baldenich. Ieri nel processo che si sta celebrando in Tribunale a Belluno, di fronte al giudice Zentedeschi con il pm Sandra Rossi, si attendeva la sentenza, in realtà tutto è stato rinviato all'11 settembre per sentire i due agenti intervenuti quel giorno.
Zorzi voleva essere trasferito, voleva andarsene da quella cella e per questo avrebbe dato fuoco al materasso per protesta. L'uomo, oggi in libertà vigilata ma ancora ricoverato in psichiatria, il 22 maggio 2009 uccise e fece a pezzi il padre. Il 6 marzo 2017 era detenuto nell'Articolazione di salute mentale della casa circondariale di Belluno. Secondo l'accusa al solo scopo di danneggiare la cella appiccava il fuoco al materasso lasciando aperta la porta e rischiando di scatenare un pericoloso incendio. Le fiamme non si propagarono solo grazie al pronto intervento degli agenti di polizia penitenziaria. Ieri era rappresentato dal difensore di fiducia Manola Lise di Feltre che aveva chiesto il giudizio abbreviato.
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Il Gazzettino