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VENEZIA Servizi sociali, ospedali di comunità, conferenze dei sindaci, nuove Ulss provinciali. Sono i temi affrontati dai rappresentanti del volontariato veneto, nell'incontro con i componenti della commissione Sanità del consiglio regionale, alla luce dei cambiamenti prospettati dagli atti aziendali, elaborati dalla giunta nell'ambito della riforma sanitaria. In particolare Alberto Franceschini e Giorgio Brunello, presidenti rispettivamente dei Centri servizi volontariato di Treviso e Venezia, in rappresentanza dei colleghi di tutto il Veneto hanno espresso preoccupazione per la nuova configurazione dei distretti, che ora corrispondono alle vecchie Ulss: «La nuova organizzazione pregiudica tutta l'attività socio-sanitaria dei distretti, che invece andrebbe mantenuta e consolidata. Il mondo del volontariato ritiene inoltre che un piano di zona non possa avere una durata quinquennale o, come in questo caso, addirittura superiore, ma tempi più contenuti per dare la possibilità di realizzare le progettualità previste». I Csv hanno poi sollecitato la realizzazione delle strutture intermedie sul territorio: «È necessaria ad aiutare da un lato le persone che vengono dimesse come acuti e dall'altro quelle che non hanno bisogno di essere ricoverate negli ospedali per acuti, ma che si trovano senza rete parentale».

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Il Gazzettino