Immigrati nell'hangar : si può fare

Immigrati nell'hangar : si può fare
La grande area militare dismessa da anni tra Susegana e Santa Lucia di Piave, il poligono un tempo utilizzato per le manovre dei carri armati dell'Esercito, piace. Si trova...

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La grande area militare dismessa da anni tra Susegana e Santa Lucia di Piave, il poligono un tempo utilizzato per le manovre dei carri armati dell'Esercito, piace. Si trova all'interno dell'argine, ha ancora in piedi degli hangar da rimettere a posto, ma non così malandati; ci sono anche percorsi pedonali definiti sebbene coperti da erbacce infestanti. E poi è un'area facilmente controllabile, seppure vastissima. Inoltre è di proprietà del Demanio, quindi per la Prefettura lavorarci dentro avrebbe costi tutto sommato contenuti. Sarebbe insomma il posto adatto per realizzare quel centro di accoglienza che a Treviso manca e che risolverebbe alla radice il problema di dove mettere i profughi in arrivo. Ieri mattina rappresentanti della Prefettura, dei vigili del fuoco, della Caritas e del Demanio hanno fatto un sopralluogo tra le strutture abbandonate dai militari. E la prima sensazione è più che positiva: «Siamo in una fase esplorativa, ma la struttura sembra utilizzabile, anche se non nell'immediato - spiega don Davide Schiavon, direttore della Caritas - ci sono hangar dotati di elettricità e impianti igienici che permetterebbero di evitare l'installazione delle tende. Certo servirebbe un grande lavoro».

È un'ipotesi. La commissione è anche andata a vedere i 52 ettari di terreno di Spercenigo di San Biagio, in via Silvio Pellico, quasi al confine con il comune di Roncade, zona che invece si presterebbe più a una tendopoli, soluzione che rimane nel mazzo delle strade percorribili ma che tutti vorrebbero evitare. Ma si pensa anche ad altro: «Stiamo cercando qualche imprenditore disposto a mettere a disposizione un capannone inutilizzato - spiega l'assessore trevigiano Liana Manfio - ovviamente lo si prenderebbe in affitto». La Prefettura vuole invece evitare le requisizioni di immobili, come suggerito dal ministero. Meglio le soluzioni condivise, anche se la realtà è sconfortante. A oggi, tanto per dirne una, non è arrivata nemmeno una domanda per aderire al bando emanato per trovare strutture anche alberghiere disposte ad accogliere i profughi. Intanto l'emergenze cresce, al punto che è stata anche valutata, e poi scartata, l'idea di ricavare dei posti letto in Prefettura.

Ieri mattina alle quattro sono arrivati 21 ragazze eritree e 3 ragazzi, tutti compresi tra i 18 e i 22 anni. Hanno trovato ospitalità, ancora una volta, dal parroco di Paderno di Ponzano, don Aldo Danieli. Nonostante i 77 anni, non ci ha pensato un attimo a balzare giù dal letto nel cuore della notte e aprire le porte del suo modernissimo capannone delle opere parrocchiali: «Quando ci si trova in emergenza sono obbligato dal Vangelo a fare il buon samaritano - ricorda don Aldo - non mi tiro mai indietro soprattutto quando mi danno occasione di fare del bene». E la parrocchia, oggi, accoglierà altri 24 ragazzi. Ma domani dovranno trovare tutti un'altra collocazione perché il capannone serve per l'attività parrocchiale. Dove andranno? Difficile da capire. E l'emergenza continua. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino