Imbrattò i muri, finì nei guai writer assolto: «Fatto tenue»

Imbrattò i muri, finì nei guai writer assolto: «Fatto tenue»
IL CASOBELLUNO Ha imbrattato i muri: «Fatto tenue, assolto». Questa la sentenza pronunciata ieri pomeriggio in Tribunale a Belluno, dal giudice Angela Feletto a carico di Nicola...

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IL CASO
BELLUNO Ha imbrattato i muri: «Fatto tenue, assolto». Questa la sentenza pronunciata ieri pomeriggio in Tribunale a Belluno, dal giudice Angela Feletto a carico di Nicola De Toffol, 23enne di Trichiana. Il giovane, classe 1995, era finito alla sbarra per l'accusa di imbrattamento di cose altrui nella pesante ipotesi prevista per cose di interesse storico o artistico. Secondo l'accusa formulata dalla Procura De Toffol, in concorso con altri ragazzi minorenni, utilizzando delle bombolette spray avrebbe imbrattato con vernice le mura storiche poste a delimitazione del verde pubblico tra piazza Castello e via Sottocastello. Era il 2013. I responsabili vennero smascherati e obbligati a ripristinare l'area: così De Toffol, l'unico maggiorenne del gruppo, armato di straccio e detersivi ripulì le scritte e pagò anche la sanzione. Ma per lui, 18enne appena da un paio di giorni, i guai non terminarono e finì in un procedimento penale, terminato solo ieri dopo 5 anni.

L'avvocato della difesa, Antonio Ariano, chiese inizialmente di patteggiare la pena, ma il pm Sandra Rossi si oppose: così ieri è stato celebrato il processo con rito abbreviato. Nessun teste quindi e si è passati immediatamente alle conclusioni: il pm Sandra Rossi ha chiesto la condanna a 2 mesi di reclusione. L'avvocato Ariano ha ripercorso la vicenda sottolineando anche la condotta riparativa del ragazzo che immediatamente si attivò per ripulire le scritte e pagò anche la multa. Ha chiesto e ottenuto quindi l'assoluzione. Il giudice ha ritenuto l'imputato non punibile per la particolare tenuità del fatto (il nuovo articolo del codice penale introdotto nell'aprile del 2015).

Dopo anni in cui gli unici vandali visti a processo sono i due ragazzi tedeschi che il Ferragosto del 2014 imbrattarono le carrozze alla stazione di Belluno, il caso tutto nostrano approdato finalmente in Tribunale aveva fatto sperare quanti da anni denunciano il degrado in città. Quello approdato ieri in aula infatti non è un caso isolato. Resta invece insoddisfatta da tempo la curiosità dei cittadini, che vedono ovunque disegni di Fuoco e Morto o ancora Iraq, e non hanno mai saputo chi sono i giovani che si nascondono dietro quelle scritte.
Olivia Bonetti
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Il Gazzettino