IL VOTO PER LA REGIONE ROVIGO La campagna elettorale più anomala a memoria

IL VOTO PER LA REGIONE ROVIGO La campagna elettorale più anomala a memoria
IL VOTO PER LA REGIONEROVIGO La campagna elettorale più anomala a memoria d'uomo è giunta a conclusione. Un doppio voto, per le regionali e per un referendum consultivo, che...

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IL VOTO PER LA REGIONE
ROVIGO La campagna elettorale più anomala a memoria d'uomo è giunta a conclusione. Un doppio voto, per le regionali e per un referendum consultivo, che deve fare i conti con una situazione di emergenza epidemica. Che ha influito anche sulla data del voto, un insolito settembre.

REFERENDUM NASCOSTO
C'è poi stata, almeno a livello provinciale, una sproporzione evidente fra la propaganda per il voto che dovrà rinnovare la presidenza della Regione e il Consiglio regionale e la quasi totale assenza di dibattito pubblico sul voto che, invece, deve confermare o bocciare la legge di riforma costituzionale che prevede una sforbiciata nel numero dei deputati, da 630 a 400, e dei senatori, da 315 a 200, che secondo i promotori e sostenitori del sì produrrà una riduzione degli sprechi ma che, come sostengono i fautori del no, produrrà anche una riduzione della rappresentanza, soprattutto per territori poco abitati come la provincia di Rovigo, che già ora può contare su un solo parlamentare polesano, la senatrice leghista Antonietta Giacometti.
CAMPAGNA STRANA
Anche la campagna per le regionali, tuttavia, è stata particolare. E non solo per la data settembrina e per le misure per evitare il diffondersi del virus, come la riduzione di eventi di piazza che potessero creare pericolosi assembramenti, ma anche perché, mai come questa volta, l'esito finale del voto a livello complessivo sembra, almeno a quanto fotografato da tutti i sondaggi, ben poco incerto. Questo sembra aver portato a un'ulteriore contrazione delle attività del centrodestra, su input dello stesso Luca Zaia, dato come vincitore per distacco sul candidato del centrosinistra, l'ex vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni, fra l'altro tagliato fuori dagli eventi in presenza nell'ultimo periodo perché risultato proprio contagiato dal Covid, con tanto di malore in diretta video e ricovero in ospedale, poi costretto all'isolamento domiciliare. E proprio sul fronte dell'isolamento, già si sa che una fetta di elettori non si recherà al voto, perché delle circa 450 persone in isolamento, dai quali vanno tuttavia scorporati i minorenni, solo due hanno fatto richiesta per votare attraverso il seggio volante Covid.
RISCHIO ASTENSIONE
L'astensione sembra essere uno dei fattori che possono dare imprevedibilità a questa tornata delle Regionali. Ma non solo. Perché se le incertezze sono poche sul fronte del candidato presidente, con la nuova legge elettorale regionale, come si è visto nel 2015, il meccanismo di riparto dei seggi, un flipper con il gioco incastrato dei resti a livello regionali, rende massima l'incertezza sull'attribuzione dei seggi fra le varie liste a livello provinciale. Dal punto di vista dei numeri, in Polesine ci sono 17 liste a sostegno dei 9 candidati presidente, 10 delle quali equamente divise fra Zaia e Lorenzoni gli unici con una coalizione alle spalle. Ben 74 gli aspiranti ai due posti a Palazzo Ferro Fini, fra volti noti e volti meno noti, con più di una sfida interna alle singole liste tutta da gustare, su tutte quelle nel Pd, in Fratelli d'Italia, in Forza Italia, nella Lega e nella Lista Zaia.
CORPO ELETTORALE
Il corpo elettorale provinciale è formato da 200.832 aventi diritto al voto, 97.745 uomini e 103.087 donne, suddivisi in 275 sezioni, 5 delle quali quelle ospedaliere. Lo spoglio inizierà lunedì pomeriggio, perché si vota sia domani, dalle 7 alle 23, che lunedì mattina, dalle 7 alle 15. Prima saranno scrutinate le schede del referendum.
SEGGI IN PALIO
I seggi in palio in Polesine per il consiglio regionale sono due, ma, come detto, impossibile fare previsioni, anche sondaggi alla mano, sulla possibile attribuzioni alle liste, come testimonia l'esempio di cinque anni fa quando, un seggio era andato a beneficio del Pd e uno, a sorpresa ed a dispetto dei numeri provinciali, al Movimento 5 stelle, dopo che una prima assegnazione ufficiale, poi stralciata dopo i riconteggi, aveva proclamato eletto Stefano Falconi, il più votato della Lega. Ironia della sorte, cinque anni dopo il Movimento 5 stelle è riuscito a formare solo parzialmente la propria lista di candidati consiglieri, con due soli nomi in corsa in Polesine.
COMUNALI A VILLADOSE

Nella tornata elettorale c'è poi il voto amministrativo di Villadose, unico Comune polesano chiamato a scegliere il nuovo sindaco: due gli sfidanti, per il centrosinistra Lucia Pozzato, con una lista capeggiata dall'ex sindaco Mirella Zambello e, per il centrodestra, Pierpaolo Barison la cui lista è a propria volta capeggiata dal sindaco uscente Gino Alessio. Gli elettori sono 4.427.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino